VISIONI SETTIMANALI #2: 18-24 Marzo 2019



In questa seconda settimana di visioni cinematografiche assistiamo ad una bella sfilza di revisioni Coppoliane, con Kurosawa e Raimi a fare da contorno e diverse "prime visioni" (per noi), da Truffaut a Hill (Walter, non Terence), da Duguay a Risi. E niente, partiamo subito con i nostri brevi commenti. Vi auguriamo una buona (o cattiva) lettura.



"Fahrenheit 451"
di François Truffaut, 1966

Tratto dall'omonimo romanzo di Bradbury (un Classico che intendo assolutamente leggere, visto che adoro il Genere Distopico), "Fahrenheit 451" è il primo Film a Colori (e unico in inglese) di Truffaut: la messa in scena, tra scelte visive e commenti sonori, riesce a instillare la giusta dose d'inquietudine per una società dove la Letteratura è proibita, mettendo a nudo il rischio di sprofondare in una società profondamente anti-culturale. Purtroppo, tra crociate politicamente corrette e cacce alle "streghe intellettuali", tale rischio sembra essere già realtà.
Da rivedere.
Togni Aronne
☆☆☆☆½



"The Godfather"
[Il padrino]
di Francis Ford Coppola, 1972

Molto probabilmente, se non quasi certamente, l'Opera più celebre e celebrata di Coppola, nonché uno dei più grandi successi della New Hollywood. Pur partendo come progetto "da major", il Film viene interiorizzato dal giovane Coppola, il quale realizza una Pellicola monumentale, un'Opera che ridefinisce massicciamente i Codici del Genere Gangsteristico, interessandosi più al Macro-Dramma familiare e al travagliato Percorso umano del Protagonista che non agli aspetti più tipici del Filone.
Una Tragedia cupa, i cui spunti verranno ulteriormente sviscerati in "Part II".
Togni Aronne
☆☆☆☆☆



"48 Hrs."
[48 ore]
di Walter Hill, 1982

Commedia poliziesca diretta da Walter Hill. L'Autore di "The Warriors" costruisce l'azione con una messa in scena pulita e calibrando bene i tempi. I Protagonisti vengono introdotti con calma, solo dopo l'evasione dell'antagonista: Nolte è il primo della coppia ad apparire, lavorando quasi in solitaria per diverse scene avendo così modo di costruire con bravura le basi caratteriali del suo personaggio, mentre Murphy, al suo esordio cinematografico, si lascia dirigere senza "mangiarsi" il Film.
Forse il Finale "corre troppo", ma comunque il risultato resta ottimo e divertente.
Togni Aronne
☆☆☆☆

Quando ho saputo che il grande Eddie Murphy sarebbe comparso tra i protagonisti del film, ero già pronto ad immaginarmi un Capolavoro, ma purtroppo le aspettative non sono state soddisfatte appieno.
Quest'opera mantiene un'andatura lenta per oltre metà pellicola, decidendo di sbloccarsi definitivamente nei 30 minuti finali. La scelta del regista di "prendersela comoda" permette di approfondire le relazioni tra i personaggi, anche se questo porta a molteplici momenti di stallo.
Concludendo, questo film non è di certo un mio cult ma riesce, nel suo piccolo, ad intrattenere al meglio.
Aiden Server
☆☆☆½



"The Conversation"
[La conversazione]
di Francis Ford Coppola, 1974

In mezzo ai primi due "Godfather", Coppola realizza questo piccolo Gioiellino Thriller. Hackman è straordinario nel dare corpo alla crescita, nel Protagonista, del Senso di Colpa e, soprattutto, della Paranoia in cui lo trascina la Conversazione iniziale, il cui audio viene ascoltato più volte. La Scena della Registrazione è costruita con un gusto documentaristico, come se il pubblico stesse spiando in diretta lo scambio di parole della coppia, e il Montaggio ci ripropone più volte squarci della Sequenza, optando a volte anche per angolazioni differenti.
Oserei dire: Capolavoro.
Togni Aronne
☆☆☆☆☆



"The Godfather: Part II"
[Il padrino - Parte II]
di Francis Ford Coppola, 1974

Subito dopo "The Conversation", Coppola torna su "The Godfather", riprendendone i vari spunti di riflessione per sviscerarli, trattandoli da diversi punti di osservazione. Particolare attenzione viene posta sul Divario tra Padre e Figlio, grazie allo splendido utilizzo del Montaggio Parallelo, ben costruito negli stacchi tra le due biografie.
La Tragicità di Michael raggiungerà la Cattiveria e la Solitudine più estrema, arrivando ad un Finale desolante: non assistiamo alla Strage "in grande stile" dell'Opera precedente, ma il regolamento dei conti approda all'Imperdonabile.
Togni Aronne
☆☆☆☆☆



"Apocalypse Now"
di Francis [Ford] Coppola, 1979

L'Orrore del Vietnam, della guerra e del colonialismo viene messo in scena in modo brutale da Coppola concentrandosi, più che sulla Violenza, sull'Ipocrisia, la Menzogna, l'Arroganza alla base dei conflitti militari. Come in "Heart of Darkness", prima di incontrare Kurtz, bisogna osservare tutta la Follia concepibile del conflitto, possiamo giungere alla presenza della teocrazia del Colonnello.
Le riflessioni che scrissi dopo la 2^ visione proseguirebbero molto oltre ma, per questa rubrica, mi fermo qua: magari in futuro proporrò la versione estesa (o Redux).
Togni Aronne
☆☆☆☆☆



"Screamers"
[Screamers - Urla dallo spazio]
di Christian Duguay, 1995

Tratto dal Racconto "Second Variety" di Philip K. Dick. Il canadese Christian Duguay dimostra una regia abbastanza intelligente (meglio dei mediocri sequel di "Scanners"), mettendo in scena con buona fedeltà buona l'Opera letteraria di partenza ma senza scadere nella piatta copia carbone. Purtroppo, quando si esce dalla traccia originaria, cade un po' in vari cliché e, soprattutto nel finale, l'Inquietudine di Dick e le sue Riflessioni su Temi come l'Identità risultano smorzati.
Nel complesso, però, "Screamers" resta un interessante film di fantascienza con spruzzi horror.
Togni Aronne
☆☆☆½

Non avendo letto il racconto alla base del film non ho la possibilità di mettere a confronto le due opere, quindi il mio giudizio sarà puramente rivolto alla trasposizione cinematografica.
La trama dà l'idea di essere una minestra riscaldata ma pur sempre di buon sapore: il ritmo è scorrevole, la storia coinvolge e il finale è romantico al punto giusto.
Non mancano però debolezze in ambito narrativo, ad esempio avrei preferito maggiori spiegazioni riguardo all'evoluzione delle macchine e sulle dinamiche della guerra.
"Screamers" è quindi un film imperfetto ma pur sempre godibile. 
Aiden Server
☆☆☆½



"乱"
Ran
di Akira Kurosawa, 1985

A circa 30 anni di distanza da "Kumonosu-jo" (Trono di sangue), Akira Kurosawa affronta di nuovo Shakespeare, trasportando "King Lear" nel Giappone del XIV secolo e sostituendo le tre figlie del Re con i tre figli del signore feudale Hidetora. La tragicità della vecchiaia è resa realisticamente da un eccellente Tatsuya Nakadai, che scava nel profondo del Personaggio alla ricerca delle cause della Follia. Kurosawa propone immagini suggestive e costruisce scene di grande imponenza, mantenendo un'Atmosfera di Decadenza e Disperazione di notevole impatto. Capolavoro.
Togni Aronne
☆☆☆☆☆



"Profumo di Donna"
di Dino Risi, 1974

Tratto da un libro, "Profumo di Donna" di Dino Risi è un Dramma dolente sulla Vita, la Morte e la Ricerca di un Senso per entrambe. Come credo sia tipico dell'Autore (stando alle mie visioni e conoscenze in merito), non manca una buona dose di (Auto)Ironia, la quale però è sempre un'Ironia amara, triste, disperata. Gassman interpreta Fausto, il Protagonista cieco, con una bravura straordinaria, ricca di Sfumature, dallo Stronzo al Derelitto, dal Simpatico al Bastardo, dal Cinico al Sentimentale.
Non credo di aver visto per intero il remake con Pacino, ma mi pare la solita americanata.
Togni Aronne
☆☆☆☆☆



"Spider-Man 2"
di Sam Raimi, 2004

In questo secondo capitolo della trilogia di Sam Raimi dedicata a Spider-Man, il nostro eroe continua il suo percorso di crescita. Se nel film precedente si vede un Peter Parker alle prese con un potere inaspettato, in questo lo vediamo mentre cerca di bilanciare le attività quotidiane con quelle da supereroe. 
Le difficoltà nel conciliare i due aspetti lo conducono ad una fase di dubbio, provocando la perdita delle proprie abilità e la rinuncia al suo costume. La necessità, però, di aiutare le persone che ama lo riporta sui suoi passi, arrivando così alla fine a trovare il giusto equilibrio.
Aiden Server
☆☆☆☆☆

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