John Carpenter's "Prince of Darkness"

Opinioni Cinefile di Togni "Thanatos" Aronne


Tre giorni fa il Maestro John Carpenter ha compiuto 70 anni, e per omaggiarlo gli ho dedicato una 'playlist' sul blog di filmtv, dove mancava il commento però a "Prince of Darkness" perché era passato troppo tempo dalla prima visione e non me la sentivo di abbozzare un'opinione 'a braccio'.
Un paio di sere fa però ho finalmente rivisto anche questo Capolavoro, e quindi ecco qual la recensione 'per esteso', in attesa di riassumerla per poi inserirla nella sopra citata 'playlist'.


Finalmente, dopo (troppi) anni, rivedo anche questo Capolavoro Carpenteriano.
Ricordavo una critica maggiormente esplicita e blasfema nei confronti della Chiesa (Cattolica), con l'Entità Oscura identificata come Dio, ma comunque lo Spirito resta brutalmente Sovversivo.
Innanzitutto, la Chiesa avrebbe mentito sul messaggio di Yeshua (qua indicato come alieno, ma la teoria 'complottista' serve solo a dare una coerenza narrativamente credibile al tutto) distorcendolo, e qua troviamo già qualche frecciatina a come la costruzione teologica dell'istituzione clericale abbia realmente corrotto le Intenzioni originarie. La tradizionale e autoritaria morale del Bene e del Male separati, ma soprattutto la distinzione tra 'buoni' e 'cattivi' è una finzione comoda e vendibile: in realtà Luce e Oscurità, con particolare attenzione alle loro accezioni spirituali, sono l'una Riflesso dell'altra. Riprendendo dichiaratamente concetti della Fisica Quantistica (personalmente non saprei indicarli nello specifico: comunque, tra tutte le scienze, questa mi pare la più interessante, perché più Filosofica), Carpenter ipotizza una Specularità dell'Anti-Cristo, che potrebbe essere l'Anti-Materia in versione 'religiosa' (si tenga a mente comunque la mia ignoranza sulle teorie dei quanti), rispetto a Dio,  e in quanto Immagine Riflessa è parte della Divinità. Per questo alla Trinità Cristiana sembra corrispondere un'Anti-Trinità Oscura, e forse  per questo il Prete (mai nominato nel Film, anche se in qualche dvd viene indicato come Father Loomis, richiamando il dottore di "Halloween") rifiuta di chiudere l'assoluzione a Calder con l'invocazione allo Spirito Santo (in inglese 'Holy Ghost', e quindi forse 'parente' dei numerosi Fantasmi Carpenteriani, ad esempio quelli nascosti nella Nebbia in "The Fog").
Il Discorso (Anti)Religioso non può, in Carpenter, non sposarsi con un Discorso Sociale: l'Apocalisse, 'profetizzata' in "The Thing", si configura ancora una volta come un'Infezione, un Contagio che porta all'Annullamento dell'Individuo in favore del Conformismo, dove l'Unico si confonde nella Massa, la Volontà Personale si piega agli interessi dell'Autorità imperante (fondamentali le numerose inquadrature agli insetti, e in particolare alle collettiviste formiche). La Perdita della Coscienza di Sè e del Mondo Circostante (che troviamo abbozzata già in "Dark Star") si completerà nell'Esplosione della Follia Collettiva in "In the Mouth of Madness" (dove l'Individuo, isolato, diventa l'eccezione alla Massa), ultimo Capitolo della Trilogia dell'Apocalisse. Ma questo Tema lo troveremo anche in altre Opere dell'Autore, "They Live" in primis, ed è sempre stato uno dei Contenuti Cardine della sua intera Filmografia.
Da "The Thing" ritorna anche la Sofferenza angosciata e angosciante dei 'Contagiati': qua si aggiunge anche una Risata disperata, con la quale forse si cerca di cammuffare la Pena, soprattutto a sé stessi: un'analoga risata chiuderà "In the Mouth of Madness", ma lì rappresenta (forse) la Presa di Coscienza della Sconfitta dell'Individuo, e la comprensione della perdita di senso del Tutto.
Sul piano stilistic Carpenter resta fedele alla sua Poetica dell'Assedio: ancora una volta, questo Assedio si consuma all'interno dell'Edificio, mentre dall'esterno la folla di 'zombie' (per certi versi pre-Romeriani) chiude l'uscita salvifica, isolando così il gruppo assediato. Sempre ottimo l'uso del Montaggio Alternato: addirittura nella (Macro)Sequenza d'apertura le scene d'introduzione dei vari Personaggi (Prince of Darkness incluso) vengono ulteriormente spezzettate dai Titoli di Testa, forse i più lunghi nella Filmografia del Protagonista, avvolgendo l'Individuo Spettatore nell'Inqueietudine delle Musiche minimali. Interessanti e fondamentali gli Inserti 'Onirici', cioè i messaggi dal Futuro inviati da non si sa chi all'Inconscio dei Protagonisti e delle Protagoniste: anche se sul piano narrativo questa sequenza ripetuta viene inserita in un contesto 'lineare', sul piano tecnico è secondo me possibile vedere un richiamo alla struttura del Montaggio Parallelo, mentre sul piano contenutistico si può leggere una Rottura con la Logica consequenziale della Storia.
L'Epilogo è spalancato ai Dubbi: il Futuro è stato salvato, oppure è rimasto immutato? Oppure ancora è stato modificato? Catherine è diventata il Prince of Darkness? Lo è sempre stata? Si tratta solo di un Incubo, e il messaggio futuristico è stato 'assorbito' dall'Inconscio di Brian? Tra l'altro, l'apparizione spaventosa della ragazza deformata come sogno sopra il sogno verrà ripresa in "In the Mouth of Madness" nell'Incubo con lo sbirro. Il Dubbio si esaspera nell'Inquadratura Finale, con quel taglio che ci impedisce di sapere se Brian entrerà nello Specchio oppure no. Comunque, i Dubbi sulla narrazione servono a stimolare i vari Dubbi Filosofici, Sociali, Etici, Religiosi eccetera: le Riflessioni e le eventuali Conclusioni a cui eravamo giunti/e durante la Visione del Film devono essere (ri)messe in Discussione, come anche loa Visione stessa e l'Interpretazione dell'Opera, della Trilogia dell'Apocalisse, di tutto il Cinema di Carpenter, di tutto il Cinema, e così via. Un Invito ad un Agnosticismo cosmico, dove tutto deve essere dubitato per evitare di sprofondare nelle comode certezze, primo passo per l'atrofizzazione del Pensiero Individuale.
Un'Opera d'Arte di Grande Intensità, nelle Emozioni suscitate, nelle Riflessioni stimolate, nello Stile adottato... Uno dei Film più complessi di John Carpenter: meriterebbe uno Studio profondamente approfondito in ogni 'indirizzo' culturale.
Decisamente un Capolavoro.

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