Le tombe di Atuan ("The Tombs of Atuan"), Romanzo di Ursula K. Le Guin
Proseguo la saga di Terramare (The Earthsea Cycle) di Le Guin con il secondo Romanzo, da me appena concluso con una certa rapidità (e mi provoca profondo piacere questo ritorno a ritmi 'serrati' nelle mie letture). Come per 'Il mago', anche qui proporrò un po' di miei pensieri soggettivi e pure piuttosto politicizzati, perché sono cattivo e mi piace rovinare il piacere dell'evasione fantastica con la mia visione anarchista del cazzo.
Trama:
In questo libro si racconta la storia di Tenar, ragazza delle Terre dei Kargad, fin da piccola cresciuta come reincarnazione della Prima Sacerdotessa delle Tombe di Atuan e per questo rinominata Arha (l'Inghiottita). Il romanzo racconta il suo percorso di crescita (e indottrinamento) fino a quando non avviene un incontro che potrebbe cambiare radicalmente la sua vita.
Commento:
Proseguimento di "A Wizard of Earthsea" (Il mago), "The Tombs of Atuan" (Le tombe di Atuan) in realtà parte con un altro punto di vista cambiando protagonista, qui una ragazza (Tenar/Arha) consacrata ad un culto oscuro e crudele. Il Protagonista del Romanzo precedente, Ged, comunque qui incrocia, nella seconda metà della narrazione il percorso della ragazza (il motivo di ciò era anticipato nell'epilogo de 'Il mago') spronandone significativamente un percorso di maturazione personale anche qui molto intenso.
Qui Le Guin esplicita maggiormente una vena 'libertaria': la nuova Protagonista infatti parte incastrata in un ruolo ufficialmente di autorità (in quanto 'reincarnazione di una 'Prima Sacerdotessa' consacrata, appunto, alle Tombe di Atuan) ma in realtà schiava di un ruolo non scelto ma impostole fin dalla nascita (insieme al nome Arha) e consolidato nella sua mente con anni di educazione (e quindi di manipolazione) per portarla a compiere al meglio i compiti a lei richiesti, tra cui atti crudeli che segneranno la sua coscienza. L'incontro con Ged la porterà a mettere in crisi le proprie certezze, percorso doloroso che sicuramente conserverà le sue cicatrici etiche per sempre, ma proprio il Dubbio (spesso condannato dalle religioni autoritarie) aiuterà la ragazza a riprendere possesso (oserei dire 'stirnerianamente', e la contemporanea mia rilettura de 'L'Unico' sicuramente ha un suo peso nel formare nella mia mente questa analogia) della propria Identità personale (incarnata nel nome Tenar).
Leggermente più breve de 'Il mago', 'Le tombe di Atuan' è anch'esso un Fantasy straordinario (secondo me, molto ma molto meno 'esperto' e appassionato di Letteratura rispetto al Cinema) e i legami con Tolkien mi sembrano sempre meno marcati, tra una prospettiva molto poco 'caucasica', marcatamente avversa al potere e decisamente anti-manichea. Anche qui, a rafforzare il (mio) gradimento, abbiamo una narrazione che, pur intrecciando legami con il Libro passato (e probabilmente con quelli futuri), mantiene una sua forte autonomia grazie alla quale è possibile la lettura senza dover per forza tenere in mano dei nerdosi appunti sul capitolo precedente per essere compresa, cosa molto favorevole per un adattamento cinematografico artisticamente 'a sé stante' a discapito della oggi più commerciale mentalità (iper)seriale.
Togni Aronne
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