Divorati ("Consumed"), Romanzo di David Cronenberg

Andiamo oggi con un altro 'consiglio letterario', questa volta puntando su uno dei miei Registi preferiti in assoluto 'convertito' eccezionalmente alla Letteratura, deliziandomi non poco dopo averla adocchiata per qualche annetto. 



Trama:

Naomi e Nathan sono una coppia di reporter in cui la comune passione per la tecnologia (soprattutto fotografica) si mescola con un gusto per storie morbose (lei specializzata in cronaca nera, lui in argomenti medici controversi). Indagando sull'efferato omicidio della controversa filosofa francese Célestine Arosteguy, di cui è sospettato il marito e collega (altrettanto controverso) Aristide, Naomi viene trascinata sempre più intimamente dal fascino della coppia e del loro giro, mentre il compagno viene trascinato da un caso di folli esperimenti chirurgici a Budapest ad un semi-pensionato dottore noto per la scoperta una malattia venerea. 
dubbi. 

Riflessioni personali ispirate dalla lettura:

Primo e (intanto) unico romanzo del grandissimo Regista canadese David Cronenberg, 'Divorati' è un'Opera di genere piuttosto indecifrabile dove, però, si riconosce costantemente la Poetica dell'Autore di "Shivers", "Videodrome", "The Fly", "Dead Ringers", "Naked Lunch", "Crash", "A History of Violence", "Cosmopolis", "Maps to the Stars" e tutti gli altri. 

Nei primi capitoli, da me letti ad un buon mese di distanza dallo sprint che mi ha portato alla conclusione (questa interruzione è dovuta alla mia maratona di visioni e revisioni vontrieriane, che tra l'altro ancora devo finire con la terza immersione in "The House That Jack Built", ma ne riparleremo quando anche il bastardo intrigante danese scriverà un romanzo), siamo assaliti subito da un'abbondanza di nomi di marche di accessori tecnologici, e la recente lettura (quasi in contemporanea, perché son stronzo, con me stesso) anche de 'L'atlante delle nuvole' (ovvero "Cloud Atlas") di David Mitchell mi ha portato a vedere collegamenti con l'utilizzo, nei capitoli su Sonmi-451, appunto di noti marchi per identificare determinati oggetti in generale (tipo 'disney-rama' per 'film' o 'kodak' per foto). Sicuramente entrambi i Romanzi mi hanno stimolato riflessioni su come le marche, quindi le aziende (spesso multinazionali) abbiano contaminato in generale il linguaggio imponendo, come una formula magica o un rituale religioso, i loro nomi nel linguaggio e di conseguenza nel pensiero, e forse anche per questo oggi l'individuo medio (tanto più de-individualizzato e massificato quanto più è convinto di essere un 'individuo ribelle') non riesce nemmeno a pensare, ipotizzare, giochicchiare mentalmente con l'idea di un mondo senza capitalismo, e per assurdo a volte ho l'impressione che il capitalismo stesso sembra quasi non essere colto veramente dalla gente come concetto, e la sua onnipresenza, resa ancor più sinistramente incanalata dalla diffusione capillare della tecnologia, è forse la chiave della sua invisibilità (apparente?). Per questo, tornando quindi sul romanzo (ma avverto che, quasi certamente, questa 'recensione' sarà soprattutto un flusso di pensieri sulla scia delle riflessioni suscitatemi dalla lettura, come mi accadde dopo la visione di "Crash", il mio Film preferito dell'Artista canadese), in "Consumed" i marchi spadroneggiano nella prosa, creando forse sospetti o di 'product placement' o di 'giochino metaletterario', ma secondo me imbastiscono superbamente gli spunti di osservazione del fenomeno capitalista e della sua insinuazione nell'intreccio tra Corpi e Menti, sia tra i vari individui-personaggi che popolano il libro sia all'interno di questi personaggi-individui, nonché tra essi e il sistema (appunto capitalistico, anche quando entra in scena la Corea del Nord) concretizzato dai Corpi e dalle Menti riunite delle masse (in cui ogni individuo, anche il più ribelle e/o anti-conformista, si può perdere e si perde). 

Il Titolo stesso originale, "Consumed", è efficace nell'unire, a differenza del superficiale titolo italiano 'divorati', le immersioni nel consumismo (su cui si fonda la filosofia della coppia Arosteguy, co-protagonista insieme alla coppia giornalista Naomi & Nathan da cui parte la vicenda, oltre che, in misura minore, alla coppia, ma padre-figlia, Rophie e altri personaggi, e mentre elaboro questa gargantuesca parentesi noto solo coppie, Tema importante soprattutto quando si aprono e s'intrecciano tra di loro, anche sessualmente) con il meccanismo corporeo della consumazione che parte dal 'divorare' (e quindi 'essere divorate') per continuare però nella digestione con assimilazione (ma anche espulsione). Questo consumo di corpo è declinato, oltre che in numerosi (me ne rendo conto ora che aggiungo questa frase) 'ritratti' di pasti, soprattutto in senso cannibalistico con implicazioni perversamente erotiche che, alla fine, rivelano una natura alquanto diversa dalle premesse di partenza, arrivando ad una conclusione dal sapore tronco eppure risolutivo. In questo mondo capitalistico (miei pensieri deviati dal mio Anarchismo personalizzato, ma non credo abbia senso scindere la mia personalità dalle mie convinzioni socio-politiche e dalla mia Cinefilia che, in questo caso, muta in bibliofilia in un processo quasi di ritorno all'infanzia) le persone, spersonalizzate per diventare 'agenti', per arricchire aziende sempre più impersonali si trovano a 'dover/voler' farsi consumare, nel tempo e nel corpo e nel pensiero, nel processo di lavoro e, in seguito, consumare prodotti che poi andranno ricreati tramite, ancora, un processo di lavoro consumante, ma psicologicamente sono i prodotti a consumare gli esseri-consumatori manipolandone psiche e fisico. Questo provoca una riformulazione delle relazioni interpersonali che, da incontri tra individui corporei e mentali (e/o spirituali, in qualsiasi interpretazione, religiosa oppure no), diventano processi di consumazione reciproca, all'insegna della competizione o del desiderio di sfruttarsi/farsi sfruttare, spesso mescolando questi significati. 

Non stupisce, quindi, che il cannibalismo, o la sua messa in scena, siano fondamentali in questo romanzo cronenberghiano, perché sempre di "Consumed" (Divorati) di David Cronenberg sto parlando o, meglio, di ciò che le sue parole (nella versione tradotta da Carlo Prosperi) hanno stimolato, e credo che per ora sia meglio chiudere qui, consigliando caldamente questa esperienza letteraria (io ho ne ho recuperato una copia in biblioteca, per chi comprensibilmente volesse 'testarlo' prima di buttarci denaro). Magari prossimamente aggiungerò considerazioni su altri aspetti presenti nel Libro, dai richiami al Cinema, con riferimento al Festival di Cannes che a me ha dato l'impressione di poter trattare anche l'esperienza di "Crash", pur dirigendosi su territori alquanto diversi (infilando la Nord Corea precedentemente citata). Fondamentale anche la Sessualità, che ho già citato in questo mio 'treno di pensieri' e che si declina con gusto molto affine a "Crash" (e a tutte le Opere di Cronenberg) in relazioni aperte, in modo onesto ma non privo di 'cattiverie'. Anche l'impressione di estraneità di pezzi del corpo dalla sua interezza è importante (e l'inizio anticipa riferimenti al seno che sul Finale acquisteranno una logica surrealistica eppur credibile), come la deformità (soprattutto genitale ed erogena) e il cancro/la malattia (con erotismo infilato pure qua, per stuzzicare e/o disturbare), l'internazionalità della narrazione (oltre a Corea del Nord, quasi estranea per buona parte della narrazione, abbiamo Francia, Giappone, Canada, Ungheria), verità e sua distorsione per interessi mediatici, politici e per influssi paranoici, nota questa su cui si chiude la storia. 

E qui chiudo, veramente, questo mio mucchio di parole, sperando di non dissuadere dalla lettura del Romanzo, che spero un giorno di rileggere, possibilmente in english, tentato dal desiderio di realizzarne una trasposizione, anche amatoriale, 'da fan'. 

Togni Aronne

Commenti

Post più popolari