VISIONI SETTIMANALI #6: 15-21 Aprile 2019
Ormai siamo ben rodati con questa rubrica, quindi continuare a sparare cavolate d'introduzione inizia a perdere senso: lasciamo quindi che siano i singoli film con relativi commenti a "parlare". Accenniamo soltanto alla presenza degli Autori principali, da Tarkovskiy a Fincher, da Russell (presente sia "in solitaria" sia all'interno di un'"antologia") a Miike e così via.
Buona lettura, quindi.
Buona lettura, quindi.
"Солярис"
Solyaris
[Solaris]
di Andrey[i] Tarkovskiy, 1971
Tratto da un romanzo, già messo in scena (per la tv) nel '68 e poi rifatto nel 2002 da Soderbergh, "Solaris" di Tarkovsky è stato visto da alcuni come una risposta russa al "2001" di Kubrick: l'uso "filosofico" della Fantascienza e un marcato Onirismo confermerebbe questa teoria, ma le differenze di Stili tra il Regista russo (che ho affrontato per la prima volta proprio con questo Film) e quello statunitense si avvertono.
L'Opera di Tarkovsky è caratterizzata, fin da subito, da un'atmosfera opprimente, specchio dei Dilemmi esistenziali che gravano sull'Animo Umano: se in "2001" siamo invitati a perderci in silenzio nell'Enormità del Cosmo, in "Solaris" lo Spazio è relegato a qualche timorosa visione dall'oblò e per la maggior parte del tempo siamo costretti, con i Personaggi, ad abitare ambienti chiusi.
Un Film che dovrò rivisto per consolidare le Emozioni instillate sottopelle e per ammirare meglio un'autentica Opera d'Arte nel Genere Fantascientifico.
Togni Aronne
☆☆☆☆☆
"Fight Club"
di David Fincher, 1999
A circa 2 anni e ½ di distanza dalla prima visione (già "spoilerata"), ma anche dalla lettura dell'omonimo romanzo di Palahniuk alla base del film, confermo le impressioni avute all'epoca. "Fight Club" è, per me, un Cult degno di questo titolo, ricco di spunti di riflessione sulla società e sul Singolo, con risvolti potenzialmente sovversivi se non addirittura anarcoidi, e sorretto dalla grandiosa messa in scena di Fincher.
Il Montaggio ritma l'intricata narrazione in modo brillante, il cast è bene o male tutto in parte (Norton straordinario nel catturare le numerose sfumature e contraddizioni del Protagonista), la sceneggiatura è briosa, la fotografia è contemporanea ma in modo personale e, nel complesso, l'Opera riesce a tenere alta la concentrazione dell'Individuo Spettatore anche quando si conosce già il colpo di scena finale.
Magari non è un Capolavoro (personalmente lo trovo comunque troppo "compromesso" col mainstream), però resta un Film stupendo e, per certi versi, artistico.
Togni Aronne
☆☆☆☆☆
Tra i più noti Cult degli anni '90 troviamo "Fight Club", un Film che sa intrattenere e coinvolgere lo spettatore ponendo al contempo diversi quesiti a cui risponde a poco a poco durante la visione.
Nel corso dell'opera vengono proposti svariati messaggi "subliminali" che vengono però sottolineati e ingigantiti invece di rimanere nascosti.
Personalmente, ho trovato interessante il tema ricorrente del godersi la vita in ogni istante fino in fondo, una morale questa che secondo me dovremmo un po' tutti cercare di seguire.
La pellicola non è immune a stonature e incongruenze, evidenti soprattutto nella seconda parte del film, ma comunque riesce sempre a tenere alta l'attenzione senza essere intaccata dai sopracitati difetti.
Imprevedibile e divertente, "Fight Club" merita la visione per la sua particolarità, distaccata dalla quotidianità.
Nel corso dell'opera vengono proposti svariati messaggi "subliminali" che vengono però sottolineati e ingigantiti invece di rimanere nascosti.
Personalmente, ho trovato interessante il tema ricorrente del godersi la vita in ogni istante fino in fondo, una morale questa che secondo me dovremmo un po' tutti cercare di seguire.
La pellicola non è immune a stonature e incongruenze, evidenti soprattutto nella seconda parte del film, ma comunque riesce sempre a tenere alta l'attenzione senza essere intaccata dai sopracitati difetti.
Imprevedibile e divertente, "Fight Club" merita la visione per la sua particolarità, distaccata dalla quotidianità.
Aiden Server
☆☆☆☆
"Gothic"
di Ken Russell, 1986
"Jurassic World: Fallen Kingdom"
[Jurassic World - Il regno distrutto]
di J.A. Bayona, 2018
"土竜の唄 香港狂騒曲"
Mogura no uta: Hong Kong kyôsô-kyoku
[The Mole Song: Hong Kong Capriccio]
di Takashi Miike, 2016
"Trapped Ashes"
di Autori Vari, 2006
"The Secret of Kells"
di Tomm Moore + Nora Twomey, 2009
"Gothic"
di Ken Russell, 1986
Da una sceneggiatura di Stephen Volk, "Gothic" racconta la celebre notte a Villa Diodati in cui Lord Byron, Percy Bysshe Shelley, Mary Wollstonecraft Shelley, Claire Clairmont e John William Polidori si sfidarono nella scrittura di racconti gotici, partorendo Mary "Frankenstein" e John "The Vampyre".
Ken Russell, Autore di "The Devils" e "Altered States", mette in scena la vicenda con il suo tipico Gusto Onirico, romanzando il tutto con Toni Surreali e Deliranti, senza lesinare sull'Erotismo e mantenendo sempre un'Atmosfera in bilico tra Eleganza e Depravazione. Si avverte un senso generale d'Imperfezione - in particolare non sono personalmente sicuro di aver apprezzato oppure no la colonna sonora di Thomas Dolby - ma è un'Imperfezione "con la Maiuscola", indice a parer mio della presenza di una Personalità spiccata, unica e Artistica. Inoltre, essendo io un amante dell'Onirismo, dell'Assurdo e del Grottesco, non posso non adorare un'Opera ricca di Immagini suggestive come questa.
Togni Aronne
☆☆☆☆☆
"Jurassic World: Fallen Kingdom"
[Jurassic World - Il regno distrutto]
di J.A. Bayona, 2018
Da ragazzetto apprezzavo molto i "Jurassic Park" ma col tempo, evolvendo le mie idee riguardo al Cinema, ho ridimensionato considerevolmente il mio giudizio: adesso ritengo il primo un buon film giustamente Cult (ma lontanissimo dall'essere un Capolavoro) e i primi due sequel dei prodottini poco più che mediocri ma tutto sommato piacevoli.
"Jurassic World" invece mi parve subito una mediocrata arraffa-soldi priva d'anima, e questo "Fallen Kingdom" sostanzialmente prosegue sulla stessa scia fondendola con "The Lost World". Troviamo il solito manicheismo infantile, mal coperto da finti accenni di complessità, con i cattivi privi di pregi e i buoni moralmente ineccepibili, ma tutti abbastanza stupidi. Qualche inquadratura interessante però c'è e Bayona ogni tanto riesce a ricreare un'atmosfera simil-orrorifica.
Comunque è evidente che l'intento resta uno solo, ovvero fare soldi a palate coi dinosauri, e infatti si andrà avanti coi sequel.
Togni Aronne
☆☆
Quinto capitolo riguardante la saga dei dinosauri più famosa al mondo.
Questo film si dimostra all'altezza del suo predecessore "Jurassic World": ho sempre apprezzato infatti i sequel, visto l'interesse che nutro nel vedere il proseguimento di una storia, e con questa pellicola ho notato una continuazione lineare della trama. I personaggi si evolvono rimanendo coerenti con sé stessi, ma l'unica cosa che non cambierà mai è l'avidità e la sete di potere degli antagonisti, punto di partenza per ogni capitolo.
Malgrado il grande successo avuto dall'intero franchise, io però continuo a pensare che i "Jurassic" siano film sostanzialmente sopravvalutati, seppur godibili: ne consiglio certo la visione, ma solo agli appassionati dei dinosauri.
Questo film si dimostra all'altezza del suo predecessore "Jurassic World": ho sempre apprezzato infatti i sequel, visto l'interesse che nutro nel vedere il proseguimento di una storia, e con questa pellicola ho notato una continuazione lineare della trama. I personaggi si evolvono rimanendo coerenti con sé stessi, ma l'unica cosa che non cambierà mai è l'avidità e la sete di potere degli antagonisti, punto di partenza per ogni capitolo.
Malgrado il grande successo avuto dall'intero franchise, io però continuo a pensare che i "Jurassic" siano film sostanzialmente sopravvalutati, seppur godibili: ne consiglio certo la visione, ma solo agli appassionati dei dinosauri.
Aiden Server
☆☆☆
"土竜の唄 香港狂騒曲"
Mogura no uta: Hong Kong kyôsô-kyoku
[The Mole Song: Hong Kong Capriccio]
di Takashi Miike, 2016
Sequel di "Mogura no uta: Sennyuu sousakan Reiji" (The Mole Song: Undercover Agent Reiji), sempre tratto da manga (di Noboru Takahashi) e diretto da Takashi Miike, "Hong Kong kyôsô-kyoku" sembra aumentare la dose di Follia ed Esagerazione già presente nel primo Capitolo, e questo per me è un fatto positivo.
Non siamo certo di fronte ad una delle Opere migliori dell'Autore di "IZO", ma come sempre il Regista riesce a divertire mescolando ingredienti diversi, dal poliziesco alla fantascienza, dall'azione al "sentimentale-erotico soft", tutto virato in Commedia dai toni grotteschi. I Personaggi sono tutti molto cartooneschi ma al contempo approfonditi, rendendo umani anche i "cattivi".
Il finale lascia la porta aperta ad altri sequel: pur non essendo, come detto, il mio Miike preferito, non mi dispiacerebbe veder proseguire questa serie, anche solo per veder proseguire la sua Filmografia, apparentemente ferma da quasi un annetto (pausa enorme rispetto ai suoi ritmi passati).
Togni Aronne
☆☆☆½
"Trapped Ashes"
di Autori Vari, 2006
Horror a episodi che coniuga certa tradizione del filone (i personaggi che raccontano "proprie" storie e l'accenno finale al loop mi ha riportato in mente "Dead of Night") con i deliri corporali (ed erotici) post-60iniani.
Le (probabili) ristrettezze produttive si traducono in una patina para-televisiva, soprattutto nella fotografia, ma per il resto la pellicola regala Visioni intriganti e suggestive, spesso flirtando col MetaCinema. Tra tutti, l'episodio di Ken Russell è forse il mio preferito, ma anche la Cornice di Dante è affascinante, e pure la storia su Kubrick. Nel Cast si trovano diversi Volti noti per gli appassionati e le appassionate di certo Cinema, da Henry Gibson a John Saxon, da Dick Miller a Ryo Ishibashi, e questo assieme agli ottimi effetti contribuisce a rendere più affascinante il tutto.
Non sono sicuro di aver apprezzato in pieno la soluzione o, meglio, le soluzioni finali, ma nel complesso ho trovato la visione pienamente soddisfacente.
Le (probabili) ristrettezze produttive si traducono in una patina para-televisiva, soprattutto nella fotografia, ma per il resto la pellicola regala Visioni intriganti e suggestive, spesso flirtando col MetaCinema. Tra tutti, l'episodio di Ken Russell è forse il mio preferito, ma anche la Cornice di Dante è affascinante, e pure la storia su Kubrick. Nel Cast si trovano diversi Volti noti per gli appassionati e le appassionate di certo Cinema, da Henry Gibson a John Saxon, da Dick Miller a Ryo Ishibashi, e questo assieme agli ottimi effetti contribuisce a rendere più affascinante il tutto.
Non sono sicuro di aver apprezzato in pieno la soluzione o, meglio, le soluzioni finali, ma nel complesso ho trovato la visione pienamente soddisfacente.
Togni Aronne
☆☆☆½
Difficile parlare di "Trapped Ashes" poiché la trama è divisa in quattro racconti inseriti in una cornice narrativa e ogni singolo episodio è diretto da un regista differente, e questo non mi aiuta a giudicare l'opera nel complesso. Proverò quindi a concentrarmi sul minimo comune denominatore.
Il Surreale e il Macabro sono alla base della pellicola e questi fattori vengono sottolineati più o meno sempre; anche il Sesso abbonda diventando, a parer mio, fin troppo ridondante e scontato.
C'è da evidenziare positivamente come, verso il finale, si tirino le fila delle varie storie rendendo il tutto più comprensibile, seppure non in modo esplicito.
Concludendo posso dire che, nonostante i visibili difetti presenti, ho trovato questo film interessante e trascinante: un "Inferno" in bella vista il cui senso risulterà chiaro agli occhi più attenti.
Consiglio la visione agli amanti delle storie "horror" narrate intorno al fuoco.
Aiden Server
☆☆½
"The Secret of Kells"
di Tomm Moore + Nora Twomey, 2009
Film d'animazione purtroppo (pare) inedito in italia nonostante la candidatura all'oscar.
Le riflessioni sulla Cultura come "Arma di Speranza" e sulla Magia della Natura sono sempre molto interessanti e fanno superare all'Opera i ristretti confini cristiani dell'abbazzia. A parte i vichingi, realizzati come ombre "orchesche", e Crom Cruach, tutti i Personaggi sono caratterizzati in modo approfondito e intelligente, ma sono le Musiche e, soprattutto, i Disegni a rendere preziosa e Artistica la Pellicola: si ha l'impressione di entrare davvvero nella Bidimensionalità suggestiva delle Miniature del Libro di Kells (realmente esistente)!
Pur restando un lavoro pensato per un pubblico sostanzialmente bambinesco, "The Secret of Kells" riesce ad affascinare anche individui spettatori più cresciuti, e sicuramente intendo rivederlo prima o poi con particolare attenzione.
Togni Aronne
☆☆☆☆½
"The Sugarland Express"
[Sugarland Express]
di Steven Spielberg, 1974
Primo Film realizzato direttamente per il Cinema da parte di Steven Spielberg ("Duel" nasceva infatti come progetto televisivo), "The Sugarland Express" prende ispirazione da un fatto di cronaca, apportando però delle significative modifiche, a partire dall'evasione del marito.
Spielberg mette in scena un road movie "atipico", una sorta di traduzione "scacchista" di un inseguimento poliziesco, con diversi scambi di patti e aiuti reciproci. Tra rapitori e ostaggio si crea man mano un legame umano forte: pur restando ciascuno fermo sulle posizioni di partenza, più si procede con la "corsa" e più la tensione interna si sfalda. Analogamente a "Duel", il proseguimento dell'inseguimento porta a rafforzare un senso di fatalismo, avvertito forse dagli stessi personaggi.
Chiudendo, "The Sugarland Express", Opera che volevo vedere da una decina d'anni minimo, si conferma quel Gioiellino che mi aspettavo, e probabilmente rappresenta una dei massimi risultati Artistici raggiunti da Spielberg.
Togni Aronne
☆☆☆☆☆
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