CONSIGLI SETTIMANALI #6: 29 Luglio - 4 Agosto 2019
La settimana appena trascorsa ha visto due anniversari di nascita importanti: il compianto Wes Craven avrebbe compiuto 80 anni il 2 agosto, mentre John Landis ha ne compiuti il 3. Del primo proponiamo il primo sequel di "Scream" e uno dei suoi ultimi titoli, mentre del secondo si è scelto il Cult anti-capitalista (ma, grazie alla mediaset, associato alle tradizioni natalizie) "Trading Place", aka 'Una poltrona per due'. Per gli altri titoli lasciamo agli eventuali individui lettori l'onore della sorpresa.
Togni Aronne
"Trading Places"
[Una poltrona per due]
di John Landis, 1983
Commedia Cult assai frizzante e brillante: Landis contesta il capitalismo senza pietà a partire dai titoli di testa dove si mostrano le contraddizioni profonde ben evidenziate dal periodo natalizio, ovvero la festa del consumismo e dell'ipocrisia.
Il Cast è straordinario, con Murphy già brillante ma ancora 'umile' (in positivo), Aykroyd stupendo nel ruolo del ricco rampollo viziato, la coppia Bellamy-Ameche riesce a rendere odiosissimi i due fratelli capitalisti e spietati (ritratto preciso del neo-liberismo che oggi è più forte che mai), Curtis straordinaria come prostituta tutt'altro che stereotipata ed Elliott magnifico nei panni del maggiordomo. Numerossissimi i 'camei', tra cui spicca il festaiolo James Belushi ma quasi ogni singolo ruolo, per quanto secondario possa essere, riesce a colpire l'Individuo Spettatore.
Le Scene sono tutte divertentissime e il Finale è sì lieto ma, per certi versi, anche 'amaro' (si torna al sopra accennato 'inglobamento' del sistema).
Togni Aronne
☆☆☆☆☆
"Scream 2"
di Wes Craven, 1997
Il successo del primo "Scream" non poteva non far partire un proseguimento.
In sintonia con lo spirito meta-cinematografico del predecessore, "Scream 2" non poteva non indirizzare la propria riflessione sul tema dei sequel, soprattutto di Genere. Per prima cosa si inserisce "Stab", ovvero il film fittizio ispirato ai fatti del capitolo precedente: la sequenza d'apertura con doppio omicidio in sala è di notevole impatto.
Nella sua prosecuzione, però, questo primo sequel tradisce in generale una minore freschezza rispetto all'Originale: la natura esplicita dell'iper-citazionismo qui sa di ripetitività, la scelta dei killer nascosti nel costume di Ghostface non convince in toto e il momento musicale in mensa tende ad imbarazzarmi.
Nonostante la sua debolezza generale, però, "Scream 2" riesce a tenere fedeli gli appassionati e le appassionate del Cult del '96, regalando scene di morte sempre intriganti, una buona tensione thriller e del sano divertimenti cinefilo.
Togni Aronne
☆☆☆
"Wonder Wheel"
[La ruota delle meraviglie]
di Woody Allen, 2017
Ottime le Musiche, Magnifico il Cast (con Kate Winslet nella sua ennesima Grande Prova Attoriale), montaggio impeccabile nella costruzione narrativa (con dei flashback ottimamente inseriti), una Fotografia straordinaria (i Colori mi hanno ricordato, pur essendo visibilmente contemporanei, lo stile degli Anni ‘50), una sceneggiatura sempre molto ben ritmata, nelle battute quanto nei dialoghi più esistenziali e in quelli più quotidiani (spesso mescolati assieme), e una regia che riesce come sempre a dare risalto ad ogni aspetto e ad ogni contributo mantenendo tutto all'interno di una genuina coerenza stilistica, mantenendo alta un'atmosfera di malinconia a tratti struggente.
Probabilmente non un Capolavoro, ma una ennesima conferma della Grandiosità di Woody Allen.
Togni Aronne
☆☆☆☆
"300"
di Zack Snyder, 2006
Sopravvalutato block-buster, ha come meriti una messa in scena a suo modo spettacolare (nel senso che sa come colpire il suo pubblico), qualche scena memorabile (per lo più grazie ad una buona dose di comicità involontaria) e una massiccia dose di sangue che tocca quasi lo splatter (peccato che urli CG da tutte le parti).
Per il resto, il film rimane un giocattolone pieno di soldi ma privo di anima, esageratamente ricolmo di effetti digitali e non privo di una ideologia reazionaria piuttosto evidente, anche se tale ideologia è espressa in un modo così idiota ed infantile da poter essere considerata trascurabile.
Inoltre, come già accennato, il ridicolo involontario è dietro ogni angolo, e l'enfatica voce fuori campo sembra servire soltanto a scartavetrare i genitali (di entrambi i sessi).
Ammetto che si lascia vedere e che riesce a far passare un'oretta e mezzo di puro intrattenimento (anche grazie alle sue potenziali comiche), ma per il resto è il Vuoto assoluto.
Togni Aronne
☆½
"Non si sevizia un paperino"
di Lucio Fulci, 1972
Un capolavoro del Giallo all'italiana.
Lucio Fulci utilizza la forma del genere investigativo per analizzare, sviscerare, condannare la piaga del bigottismo in tutte le sue forme, realizzando uno dei suoi Film più coraggiosi. Le tematiche scottanti, l'erotismo particolarmente calcato, l'efferatezza delle scene di violenza basterebbero a rendere "Non si sevizia un Paperino" oggetto di dibattito. Memorabile la sequenza del linciaggio della magiara (un'ottima Florinda Bolkan) commentata dalla commovente canzone (costruita sul tema del film composto da Riz Ortolani) "Quei giorni insieme a te", cantata da Ornella Vanoni:la violenza estrema delle immagini si scontra con la profonda liricità della musica, rendendo piena giustizia all'epiteto Poète du Macabre coniato dalla critica francese per definire lo stile fulciano.
Uno dei punti più alti raggiunti dal Cinema italiano, non solo di genere: un Gioiello che non può passare inosservato.
Togni Aronne
☆☆☆☆☆
"My Soul to Take"
[My Soul to Take - Il cacciatore di anime]
di Wes Craven, 2010
Tra i lavori meno noti e acclamati di Craven.
Obiettivamente, non si può negare una certa "difettosità" generale, la quale risulta più evidente ad una seconda visione. Il look del Ripper non brilla per particolare carisma o memorabilità, rendendo ancora meno inquietante il tutto. Manca, inoltre, un'Atmosfera particolare, che dia all'opera un aspetto unico e memorabile, mentre i vari colpi di scena, col tempo, perdono la loro efficacia, rivelando anche una certa ovvietà di fondo.
Nonostante tutto, però, "My Soul to Take" è secondo me un titolo assai sottovalutato nella Filmografia di Craven: ancora una volta l'Autore propone una Fiaba oscura, riflettendo sulle enormi difficoltà della Crescita, visto come un periodo in cui l'individuo è minacciato dalla violenza degli adulti e dalle sue menzogne, e in cui il pericolo maggiore è "diventare grandi" uccidendo la propria Innocenza.
Non un film imperdibile, e nel complesso non riuscito del tutto, ma interessante.
Togni Aronne
☆☆☆½
"Night of the Living Dead"
[La notte dei morti viventi]
di George A. Romero, 1968
Classico di George A. Romero, un Capolavoro che ha segnato la Storia del Cinema.
L'Autore non è ancora politicamente esplicito e "consapevole" come nelle sue Opere seguenti ma, come nel successivo "The Texas Chain Saw Massacre" di Hooper, anche questo Film riflette (inconsciamente?) il periodo socio-politico dell'epoca. Non si parla esplicitamente di razzismo, però non si può non pensare alla xenofobia nel Finale, ma anche nei rapporti tra lui e gli altri personaggi si può respirare un po' del clima del periodo, tra chi lo accetta e chi lo respinge con rabbia. In ogni caso, il non esplicitare la dimensione razziale riesce a dare un segnale anti-razzista decisamente notevole, soprattutto per il Periodo.
Gli zombie assediano il manipolo di Personaggi, ma Romero è più interessato alle relazioni e reazioni umane che non ai morti viventi.
Pietra miliare della Storia (del Cinema Horror, del Cinema in generale e della Cultura in senso lato), da studiare con attenzione.
Togni Aronne
☆☆☆☆☆
Cortometraggio settimanale
"Six Men Getting Sick"
di David Lynch, 1966
Primissima 'opera cinematografica' di Lynch, in realtà si tratta della riproposizione di una sua Video-Installazione Artistica (per un progetto scolastico, se non ricordo male). Il loop, 'cinematograficizzato, viene significativamente limitato a 6 ripetizioni, mutando il titolo in "Six Figures Getting Sick (Six Time)". Pur non essendo, come dicevo all'inizio, una vera e propria Opera Cinematografica, Lynch inizia a porre, consapevolmente o meno, le Basi della Sua Poetica Surreale, dove il Tema del 'Loop', della Ripetizione rappresenta una delle Sfaccettature più Rappresentative.
Togni Aronne
☆☆☆☆
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