SPECIALE CONSIGLI QUATTORDICINALI #1: 5-18 Agosto 2019



A causa di feste, sbattimenti e disagi personali vari, l'appuntamento della scorsa settimana è saltato. Per questo motivo oggi, invece dei "Consigli Settimanali", abbiamo un numero "speciale" dedicato ai "Consigli quattordicinali". In realtà, l'unico elemento speciale è il titolo, poiché per il resto abbiamo sempre 7 Lungometraggi e un Cortometraggio (più o meno) consigliati. Per motivi miei personali, ho optato, oltre che per "Scream 3" (così da proseguire la tetralogia) e una cagatina, per 5 Capolavori/Cult (più o meno soggettivi) realizzati da 5 Autori da me personalmente molto amati. Vi auguro quindi una buona lettura. 
Togni Aronne




"イゾウ - IZO"
di Takashi Miike, 2004

È probabilmente (se non sicuramente) una delle Opere più significative di Miike, una sorta di Manifesto Artistico.
Un Film che molto difficilmente può piacere a tutti/e, anzi: se si ha lo stomaco debole, si tollerano poco le trame non lineari, si prediligono film unitari, si prova repulsione per la Follia anche se Artistica, si cerca solo l'intrattenimento, e in più si mal digerisce il Cinema giapponese, specialmente se sanguinoso e/o 'autoriale' (e qui è entrambi), è quasi impossibile amare "IZO". Può non piacere anche a chi adora i Film sanguinosi, come altri Film del Regista, perché qui si va anche oltre...
Però sono sicuro che nessuno/a può vedere "IZO" e restarne indifferente: o lo si ama o lo si odia, ma dubito possa non restare impresso.
(Per approfondire la mia opinione in merito, andate qui).
Togni Aronne
☆☆☆☆☆




"In the Name of the King: A Dungeon Siege Tale"
[In the Name of the King]
di Uwe Boll, 2007

L'ex-pugile Uwe Boll è diventato noto come uno dei registi peggiori in circolazione, con all'attivo una trentina di film assai mal criticati, molti dei quali tratti da videogiochi. A titolo personale, posso dire che "House of the Dead" sicuramente conferma questa fama, mentre "Rampage" riesce a proporre qualcosa di interessante, soprattutto nel montaggio. 
"In the Name of the King", fantasy tratto da un videogame, si rivela fin da subito uno dei filmacci di merda per cui Boll è noto, dove come in "Eragon" (di un altro regista) l'enorme budget e il cast maestoso viene sprecato e gestito pessimamente da una regia alquanto incapace. Il senso del ritmo non si sa cosa sia, visto che passiamo da una scena all'altra senza sosta alcuna
Concludendo, "In the Name of the King: A Dungeon Siege Tale" mantiene e rafforza le aspettative man mano che la visione procede: ci si attende un fantasy di merda, e si ottiene proprio quello. Però almeno la sua bruttezza quasi diverte.
Togni Aronne
☆½




"Assault on Precinct 13"
[Distretto 13 - Le brigate della morte]
di John Carpenter, 1976

Al suo secondo lungometraggio dopo lo 'scolastico' "Dark Star", Carpenter dimostra di avere già in mano una magnifica padronanza della Regia, senza gettarsi in inutili virtuosismi fini a sé stessi, ma caricando di significato ogni movimento di macchina. 
Il fulcro del Film è l'Assedio del distretto, preparatoci 'alla luce del giorno', quando il protagonista osserva l'ambiente circostante nel suo stato di quiete. L'Attacco delle gang è simile all'Orda di Zombie e le uccisioni avvengono in modo secco, privo di melodrammi e fronzoli, e il Montaggio serrato ma mai frenetico conferisce il Ritmo giusto per la Tensione ricercata dall'Autore.
Non manca uno Sguardo Critico alla Società, con una non così sottile sfiducia nell'autorità e nella polizia, di cui vediamo la brutalità, l'arroganza e l'automatismo: il protagonista, di fatto, è l'unico capace di autentica umanità per i prigionieri.
Togni Aronne
☆☆☆☆☆




"The Terminator"
[Terminator]
di James Cameron, 1984

Con il body builder Schwarzenegger agli inizi del suo successo cinematografico, Cameron realizza un Cult indipendente sia nella produzione sia nella Creatività, e persino nella struttura, ovvero nel Genere: mescolando Fantascienza distopica con echi Dickiani, Action "auto/pallottole/esplosioni" e Atmosfera Thriller-Horror, "The Terminator" offre una visione unica del rapporto tra Presente e Futuro. La struttura effettiva del concetto di viaggio temporale è cervellotica, e il Finale apre la via ad un'interpretazione circolare della storia, ma poi il Film non è interessato a fornire labirintiche e banali spiegazioni nerd del meccanismo spazio-temporale, concentrandosi sulla creazione di uno Scenario sospeso tra Tempo (e Universi) differenti ma incatenati. 
James Cameron, con un budget relativamente basso, realizza un Capolavoro dell'Action fantascientifico, probabilmente la sua Opera migliore. 
Togni Aronne
☆☆☆☆☆




"A Clockwork Orange"
[Arancia meccanica]
di Stanley Kubrick, 1971

Tra le Opere più note e acclamate di Stanley Kubrick e forse la Sua Opera che preferisco. 
Il Film è pregno di una sorta di Nichilismo sociale: i Valori non esistono o, meglio, non sono seguiti con senso morale ma semplicemente basandosi su logiche calcolatrici. Inoltre, è proprio in nome dei "Valori" che la Società 'cura' la violenza di Alex, rendendolo un automa, un'Arancia ad orologeria. Alla fine, però, l'Individuo prende il sopravvento, fottendo (in tutti i sensi) la Società ma, allo stesso tempo, assoggettandosi alla sua logica.
Indimenticabile dall'inizio alla fine, fa sentire da un lato la sua età ma dall'altro riesce ancora oggi ad essere attuale. 
In ogni caso conserva il suo grande Fascino, anche se certamente (come quasi tutti i Film di Kubrick) non è un'Opera di 'largo consumo'.
Togni Aronne
☆☆☆☆☆




"Scream 3"
di Wes Craven, 2000

Dopo la parentesi drammatica di "Music of the Heart", Craven torna al Thriller-Horror con il terzo (e inizialmente conclusivo) capitolo della saga di Scream. 
L'azione si sposta ad Hollywood, intrecciando i delitti di Ghostface con la produzione di un terzo "Stab", a differenza dei suoi predecessori non ispirato a "fatti veri": come in "New Nightmare", anche qui la finzione si intreccia con la realtà, così il Killer mascherato va a colpire il cast del film e i personaggi reali, ovvero Sidney, Dewey e Gale. 
Pur restando lontanissimi dalla qualità del primissimo "Scream" o del citato "New Nightmare", personalmente continuo ad apprezzare questa pellicola: si cerca di portare avanti qualche discorso diverso, mentre il lavoro di caratterizzazione sui Personaggi principali viene approfondito. È interessante inoltre notare come qui siano presenti un paio di momenti onirici, dove le apparizioni alla protagonista della madre morta sembrano riproporre certi squarci del primo "Nightmare". 
Togni Aronne
☆☆☆½




"Cosmopolis"
di David Cronenberg, 2012

"Cosmopolis" è un Film che spalanca Dubbi nell'Individuo Spettatore, anche sul 'giudizio', ma proprio tali Dubbi rendono il Film pieno di Significati instillando il Bisogno di sviluppare Riflessioni continue, senza però mai pretendere di arrivare ad una 'soluzione'. 
Importantissimo è il Rapporto con gli Ambienti: metà Film si svolge praticamente all'interno della Limousine di Eric e si respira una patina digitale, nelle Luci e nella resa fotografica, che rispecchia l'iper-tecnologia dell'Auto, a sua volta specchio del capitalismo di cui Eric fa parte. 
Si respira il Crollo di un'Illusione, l'Illusione del Controllo, ma questa caduta pare perseguita deliberatamente dal Protagonista insistendo su comportamenti tipici di chi possiede un controllo assoluto sul Mondo. Man mano che il Film procede e i Personaggi si alternano, Eric perde man mano vestiti e il posto di potere nell'auto, arrivando a ricercare un'Auto-Distruzione speculare alla Riscoperta dell'Umanità propria e altrui.
Togni Aronne
☆☆☆☆☆



Cortometraggio quattordicinale


"The Alphabet"
di David Lynch, 1968

Secondo Cortometraggio Lynchano, questa volta possiamo parlare proprio di Arte Cinematografica (e non di Installazione Video): l'allora compagna/moglie del Regista è la Protagonista di questo Incubo a Stanza Chiusa (Tipico Loco Lynchano) che culmina nell'Inquietante recita o, meglio, vomito delle Lettere cantate dalla nota melodia infantile, terminando il tutto con un disagio fisico. Ancora acerbo, forse, già Lynch iniziava a costruire il Suo Particolare e Personalissimo Stile (e perciò amato-odiato, e solitamente chi lo detesta è il tipico homo medio abituato alla pappa pronta).
Togni Aronne
☆☆☆☆½

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