Spider-Man: Into the Spider-Verse

Recensione accurata di Aiden Server



In seguito alla continua diffusione dell'affascinante teoria del Multiverso, che vede la possibilità di avere versioni alternative di avvenimenti vari, la Marvel, come altre case di produzione, ne ha approfittato per mostrare differenti varianti dei propri eroi, e Spider-Man non fa eccezione.
Già dall'inizio ho notato che questo film mostra incredibili stravolgimenti ad alcuni personaggi principali: nei primissimi minuti, infatti, assistiamo ad un Peter Parker talmente sotto i riflettori da essere l'icona di un fumetto, il Goblin che è praticamente un drago munito di ali e Miles Morales che, invece di essere morso da un ragno radioattivo come nella "versione originale", si trova vittima dell'incisione di un'aracnide dimensionale proveniente da una realtà differente.
A lungo andare questi grandi cambiamenti risultano essenziali, rasentano la quotidianità a cui tutti erano abituati, riscrivono la storia portando lo spettatore a rendersi sempre di più conto che quello che sta guardando è una "variazione del tema".
Di questa finestra su nuovi mondi paralleli ne ero già consapevole, soprattutto grazie a varie opere (come fumetti e cartoni animati) e non nego che l'idea mi abbia intrigato fin da subito.
Ho trovato piacevole, quindi, vedere come grazie al Multiverso non esista più uno "Spider-Man Originale" perché il nostro supereroe di quartiere può essere chiunque (una ragazza del nostro liceo, un uomo di mezza età, una bambina Kawaii e perfino un assai irritante maialino Cartoon).
La conclusione è che mi sono divertito molto guardando quest'opera: vedere ora che codesta scienza prende sempre più piede (in generale) mi rende pieno di gioia e mi incuriosisce a tal punto da spingermi sempre di più a scoprire le stesse persone ma in modi differenti. 
Termino la recensione dicendo che "Spider-Man: Into the Spider-Verse" lo considero un vero capolavoro e degno di entrare appieno tra i miei cult.


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