VISIONI SETTIMANALI #9: 6-12 Maggio 2019
«La settimana vi ha buttato a terra? Ci pensiamo noi a risollevarvi il morale con una carrellata di film interessanti.»
(Aiden Server)
«Troviamo alcuni Cult e Capolavori della Storia del Cinema (da "Citizen Kane" di Welles a "To Live and Die in L.A." di Friedkin), un paio di giapponesate più o meno interessanti, qualche sequel (di cui uno tra le giapponesate) e, per concludere, una piccola Perla "underground" italiana.»
(Togni Aronne)
«Buona lettura e buona visione!»
(Entrambi)
"Citizen Kane"
[Quarto potere]
di Orson Welles, 1941
"Citizen Kane" è notoriamente una Pietra Miliare nella Storia del Cinema: se si ama, studia e/o si lavora in quest'Arte non è assolutamente possibile ignorare l'Esordio ufficiale di Orson Welles. Per lo stesso motivo diventa quasi imbarazzante provare a parlare di quest'Opera, perché si finirebbe a ripetere le stesse osservazioni già dette (e meglio) in numerosi libri, dedicati al Film singolo, alla Filmografia del Regista o al Cinema in generale.
Io, alla mia purtroppo solo 3^ visione integrale (a cui però vanno aggiunte numerose revisioni di sequenze singole), mi limiterò qua a rinnovare la mia ammirazione per una Pellicola e un Regista che, in larghissimo anticipo, sfidarono le regole produttive della Hollywood classica proponendo, oltre a numerose ardite sperimentazioni stilistiche, un ritratto desolante e tragico del Potere, in particolare quello mediatico. Un Film "troppo" coraggioso, che nonostante gli oscar costò poi a Welles numerosi problemi nel mondo del Cinema.
Togni Aronne
☆☆☆☆☆
"To Live and Die in L.A."
[Vivere e morire a Los Angeles]
di William Friedkin, 1985
A 14 anni di distanza da "The French Connection", Friedkin torna a dirigere un poliziesco, prendendo ispirazione da un romanzo.
Lo stile para-documentaristico e settantiniano si sposa con un'estetica, soprattutto fotografica, ricercata e ottantiniana, creando un'Opera visivamente accattivante e briosa, dominata da un ritmo frizzante e teso. Come in "Connection", anche qui lo scontro tra polizia e criminali è caratterizzato da uno sguardo anti-manicheo, attento più alle analogie tra i due mondi che non alle differenze, con tanto di escalation illegale del protagonista sbirro. La Violenza e i Sentimenti, il Genio e la Follia, l'Arte e la Distruzione si intrecciano e si mescolano, flirtando spesso con la Morte, la quale giunge improvvisa e sconcertante.
Un'Opera d'Arte Cinematografica ragguardevole, sorretta da interpretazioni intense e ricca di Sequenze iconiche: forse un Capolavoro, sicuramente da rivedere.
Togni Aronne
☆☆☆☆☆
Dopo un breve inciampo iniziale (dove si vede un kamikaze esplodere in maniera bizzarra e surreale) il film prosegue migliorando a vista d'occhio.
Con "To Live and Die in L.A." veniamo catapultati nei mitici anni '80: le musiche, le automobili, i personaggi e le locations sono aspetti a dir poco perfetti. Tutto è curato nei minimi dettagli.
La storia è avvincente e lascia lo spettatore incollato allo schermo. Le inquadrature sono ben studiate e la dinamicità che pervade ogni scena è percepibile e amalgama bene il tutto.
Un'opera che consiglio a tutti, specialmente ai fan del genere poliziesco e a coloro che vogliono godersi un cult dell'azione ottantiniana.
Aiden Server
☆☆☆☆
"貞子3D2"
Sadako 3D 2
di Tsutomu Hanabusa, 2013
Sadako 3D 2
di Tsutomu Hanabusa, 2013
Sequel di "Sadako 3D", come il predecessore anche questo film riprende l'ononimo Personaggio lanciato nel mondo (del Cinema) con "Ringu" di Nakata aggiornandolo alla contemporaneità, distaccandosi però molto dallo spirito dei film di partenza.
Sempre come il capitolo antecedente, con cui condivide il regista e i nuovi personaggi, anche qui l'Anonimia e il Vuoto artistico regnano, ma ogni tanto qualche immagine interessante c'è, l'idea della figlia di Sadako ci poteva stare e in generale la mole di minchiate cala.
Sequel inutilissimo di un "revival" ancora più inutile, ma nel complesso innocuo.
Togni Aronne
☆☆
"東京残酷警察"
Tôkyô zankoku keisatsu
[Tokyo Gore Police]
di Yoshihiro Nishimura, 2008
Film giapponese diretto, montato, (co)scritto e curato nel trucco e negli effetti speciali da Yoshihiro Nishimura, come indica il titolo (internazionale) la Pellicola è una folle sagra di Splatter e Violenza.
Nishimura dimostra di collocarsi nel solco degli Autori giapponesi amanti dell'Esagerazione e del Delirio, gestendo con sapienza i mezzi: meno raffinato e poetico rispetto al Cinema di Cineasti come Miike o Siono, e forse anche più grezzo sul piano fotografico, "Tôkyô zankoku keisatsu" non sfigura nella Fantasia con cui si mettono in scena Immagini grottesche e surreali, concentrando il proprio sguardo sul Corpo e sulle sue Mutazioni.
Esplicitamente focalizzato sull'Intrattenimento Gore, non mancano interessanti spunti di riflessione sociale e "filosofica", tra critica all'autoritarismo e alla privatizzazione esasperata e problematizzazione di temi come la Vendetta.
Ottimo cast, musiche intriganti e montaggio ben ritmato rafforzano la qualità dell'Opera, da me consigliata.
Togni Aronne
☆☆☆☆
Può risultare strano ma ho trovato la visione di "Tokyo Gore Police" piacevole, divertente e molto interessante.
L'Ignoranza, da me molto apprezzata, non manca mai e talvolta supera perfino le frivolezze più prevedibili. Mi è piaciuta molto la storia, lo splatter è ben fatto e contestualizzato e le musiche calzano a pennello.
Si potrebbe pensare, ad una prima occhiata, che alcune parti risultino non perfettamente riuscite e non padroneggiate con la dovuta calma ma, col senno di poi, si nota come il tutto sia coerente con l'atmosfera dell'Opera.
L'unica "pecca", a parer mio, è che il film, puntando solo ad una piccola fetta di pubblico, limita molto la sua diffusione oltreoceano: potevano, quindi, cercare di renderla più sobria e appetibile a tutti.
Non rimpiango comunque la visione, anche perché l'idea di base mi ha ricordato molto lo Spirito dei Manga.
L'Ignoranza, da me molto apprezzata, non manca mai e talvolta supera perfino le frivolezze più prevedibili. Mi è piaciuta molto la storia, lo splatter è ben fatto e contestualizzato e le musiche calzano a pennello.
Si potrebbe pensare, ad una prima occhiata, che alcune parti risultino non perfettamente riuscite e non padroneggiate con la dovuta calma ma, col senno di poi, si nota come il tutto sia coerente con l'atmosfera dell'Opera.
L'unica "pecca", a parer mio, è che il film, puntando solo ad una piccola fetta di pubblico, limita molto la sua diffusione oltreoceano: potevano, quindi, cercare di renderla più sobria e appetibile a tutti.
Non rimpiango comunque la visione, anche perché l'idea di base mi ha ricordato molto lo Spirito dei Manga.
Aiden Server
☆☆☆
"Phantasm II"
di Don Coscarelli, 1988
Bene o male confermo il mio pensiero di 5 e passa anni fa (leggibile a questo link): "Phantasm II", nonostante la distanza temporale dal Primo Capitolo, è un sequel buono e interessante che riesce a soddisfare chi apprezza il Capostipite regalando un simpatico svago horror.
Devo dire però che si nota un "calo artistico": la Carica prepotentemente Surreale dell'Originale fine-Settantiniano si smorza in favore di un qualcosa più facilmente digeribile per coloro che ricercano soprattutto intrattenimento di Genere. Inoltre, la scelta di LeGros come "nuovo Mike", per quanto non veramente detestabile, compromette l'empatia nei confronti del Personaggio e, soggettivamente parlando, mi pare troppo "pompato": han fatto bene a ripristinare Baldwin nei seguiti.
Ma, ribadisco, nel complesso "Phantasm II" funziona benissimo, la Mano di Coscarelli resta sempre salda proponendo anche trovate visive affascinanti e il proseguimento della storia continua ad intrigare.
Togni Aronne
☆☆☆☆
"Kiss Me Lorena"
di Guglielmo Favilla & Alessandro Izzo, 2005
«Il primo film italiano scaricabile gratuitamente» (e guardabile anche su YouTube, nel canale dei Licaoni), "Kiss Me Lorena" è un autentico Gioiellino nel Cinema indipendente "underground".
Ispirandosi esplicitamente a John Landis, il Film mette in scena un brillante gioco metacinematografico dai toni assurdi prestando però al contempo attenzione all'umanità sincera dei personaggi. Si criticano le politiche economiche che governano buona parte del Cinema ma si respira in ogni fotogramma puro Amore per quest'Arte.
Forse non tutto quadra, magari la narrazione è troppo sgangherata, però è visibile un'ammirevole capacità nello sfruttare al massimo i mezzi risicati disponibili, il Cast è straordinariamente ottimo per un prodotto iper-indipendente (Alba Rohrwacher grandiosa già alle prime armi) e, soprattutto, ci si sente spronati a "fare Cinema" in prima persona.
Simpatici i titoli di coda.
Togni Aronne
☆☆☆☆
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