VISIONI SETTIMANALI #12: 27 Maggio - 2 Giugno 2019


Settimana con non tantissimi titoli ma quasi tutti potenzialmente "controversi", tutti però involontariamente caratterizzati da una più o meno calcata dose di Violenza e Morte. Altro non vi diciamo, quindi vi auguriamo ancora una volta buona lettura. 




"殺し屋1"
Koroshiya Ichi
[Ichi the Killer]
di Takashi Miike, 2001

Miike, come molte persone che mi conoscono sanno, è uno dei miei Registi preferiti in assoluto, se non il Preferito. 
In mezzo alla sua sterminata Filmografia (tra gli 80 e i 100 titoli), "Koroshiya 1" è sicuramente una delle Opere più note e apprezzate dell'Autore, ed è stata una delle mie prime scoperte in merito. Tratto da un manga di Hideo Yamamoto, il Film è un allucinante Viaggio nella Follia, nella Violenza, nel Dolore, nel Sadismo e nel Masochismo. Non esiste Speranza per nessun Personaggio, i soprusi e le torture regnano, la prepotenza è onnipresente (e molte volte si traduce in misoginia, palesemente condannata dal regista) e l'Innocenza è preclusa, anche quando la si desidera. 
Visivamente raffinato, non mancano tocchi kitsch, provocazioni e imperfezioni, ma proprio per questo ci troviamo di fronte ad una delle Opere più rappresentative di Miike.
Consigliato vivamente a chi vuole conoscere il Cinema di questo Maestro. 
Togni Aronne
☆☆☆☆☆

Esistono molteplici tipi di manga e ognuno ha il suo stile. Questo film non è altro che la trasposizione cinematografica live-action dell'opera nipponica "Ichi the Killer" del mangaka Hideo Yamamoto. 
Il grande regista Takashi Miike è riuscito perfettamente nell'intento: ricreare le surreali avventure avvenute a Shinjuku su pellicola. 
I personaggi sono ben caratterizzati e risultano la copia carbone degli originali. Anche la trama sa essere un riassunto davvero ben fatto. 
Il trasporto avvenuto da carta al grande schermo è talmente perfetto che darò un'opinione singola per entrambe le versioni. "Ichi the Killer", pur non rispecchiando le mie preferenze, rimane un'opera degna di nota. 
Consiglio la visione (o la lettura) ai fan dello psicologico, della violenza e dello splatter. 
Aiden Server
☆☆☆



"Deathgasm"
di Jason Lei Howden, 2015

La New Zealand, dai tempi degli Esordi di Peter Jackson, ha proposto più volte esempi di Splatter demenziale, molti dei quali sono diventati "cult". 
Con "Deathgasm" Jason Lei Howden conferma questa "tradizione" neozelandese mettendo in scena un omaggio (auto)ironico e amorevole appunto dell'Horror demenziale (dai citati lavori iniziali di Jackson agli "Evil Dead" di Raimi) e della Cultura Metal. 
Principalmente l'opera punta al puro Divertimento sanguinolento e all'Omaggio delle correnti artistiche sopra riportate, ma nella descrizione dei metallari come sfigatelli a-sociali abbiamo un'interessante critica all'emarginazione cui è sottoposto il Diverso nella civiltà occidentale-borghese. Il Cattivo Gusto di alcune trovate, inoltre, mette alla berlina certe convenzioni moralistiche tuttora dominanti. 
Effetti stupendi, Cast (praticamente sconosciuto) in grandissima forma, Musiche intriganti e Cura visiva studiata contribuiscono a fare di "Deathgasm" un Gioiellino da riscoprire. 
Togni Aronne
☆☆☆☆

Dopo la lettura della trama e la visione del trailer mi aspettavo un film brutto ed incredibilmente stupido. Sono felice che le mie aspettative siano state confermate. 
"Deathgasm" ha una trama banale, scontata, ridicola e surreale da fare schifo. I personaggi sono stereotipati e fini a sé stessi. 
Più la pellicola prosegue, più veniamo travolti dalle incongruenze e il finale ne risalta appieno la sostanza: un nemico conclusivo che viene decantato come entità più forte dell'universo per tutto il tempo, risulta invece essere un completo idiota, facilmente battibile. 
Malgrado però tutte queste critiche, ammetto che la comicità demenziale che riempie l'opera è fatta davvero bene, difficile infatti rimanerne indifferenti. 
Consiglio il film ai metallari, ai fan del ridicolo e agli amanti dello splatter. 
Aiden Server
☆☆



"Zodiac"
di David Fincher

Ispirandosi all'omonimo libro (e a "Zodiac Unmasked") di Robert Graysmith, Fincher racconta i delitti del famigerato Zodiac e le relative indagini protrattesi per anni senza individuare con certezza un colpevole. 
Pur prendendo una posizione abbastanza precisa sulle ipotesi riguardanti l'identità del killer (soprattutto in certi dettagli nel Finale), il Regista mantiene comunque il Dubbio: Zodiac non è mai mostrato in volto nelle scene d'omicidio e, alla fine, quello che emerge dalla visione è un senso di Impotenza. 
Il Film, inoltre, concentra il proprio sguardo non tanto sulle possibili identità del killer prediligendo l'osservazione dell'influenza del Caso Zodiac sulla psicologia dei Personaggi e, in particolare, dei Protagonisti. La Psicosi collettiva suscitata dall'Assassino impalpabile, nascosto in ogni angolo e potenzialmente autore di ogni delitto, mostra una Società paranoica, distratta col Terrore e la Morbosità dagli altri grossi problemi del mondo. 
Da rivedere assolutamente. 
Togni Aronne
☆☆☆☆½

Se utilizzassi il termine «perfetto» mi sentirei un po' in colpa visto che questo film è tratto dalla storia vera di un serial killer, quindi mi limiterò a dire che "Zodiac" è un'opera incredibilmente ben fatta. 
Questo thriller investigativo coinvolge lo spettatore riuscendo ad incollarlo allo schermo per 2 ore e 40 minuti circa, senza mai annoiarlo. 
Letteralmente entriamo a far parte della squadra investigativa che operò agli inizi degli anni '70 e per tutto il tempo non riusciamo a pensare ad altro che a trovare il colpevole. 
Il cast è formato da volti illustri del Cinema contemporaneo: Jake Gyllenhaal, Robert Downey Jr., Dermot Mulroney, Mark Ruffalo e molti altri. 
Concludendo, definisco questo film una vera fonte d'intrattenimento e lo consiglio ai curiosi riguardo alla storia del killer Zodiac e ai fan dei libri gialli. 
Aiden Server
☆☆☆☆



"August Underground"
di Fred Vogel, 2001

Film d'infimo costo e sostanzialmente amatoriale il cui obiettivo pressoché unico è quello di shockare. 
La scelta del found footage è qui "paraculo", perché assolve tutti i profondi deficit nella qualità visiva e dà la possibilità di inscenare un finto snuff movie. 
È quasi impossibile esprimere con chiarezza una posizione sulla pellicola: da un lato è tecnicamente troppo squallido per poter essere apprezzato e, inoltre, non sembra avere molto da dire oltre al disgusto facile. Dall'altro lato, però, l'amatorialità del tutto, unita alla buona cura degli effetti gore, dà un tocco di realismo inquietante, e si possono trovare spunti nichilisti intriganti. 
Obiettivamente (più che) mediocre, si può comprendere il suo status di Cult nel filone del Gore underground. 
Togni Aronne
☆☆



"I Pugni in Tasca"
di Marco Bellocchio, 1965

Esordio alla Regia cinematografica (di un lungometraggio) per Marco Bellocchio, di cui credo di aver visto prima soltanto "La Cine è Vicina", "I Pugni in Tasca" è un aggressivo ritratto di una società (borghese) in decadenza. 
Bellocchio non infarcisce la sua Opera con "manifesti propagandistici", prediligendo un approccio molto più intimista e introspettivo. Pur essendo possibile individuare in Sandro un Protagonista principale, la narrazione è costruita con sguardo corale, alternando i punti di vista dei vari Personaggi, tanto che Sandro stesso si rivela punto focale della vicenda dopo diversi minuti dedicati alla sorella Giulia e, soprattutto, al fratello Augusto. 
Lo Stile visivo è "rabbioso", con un montaggio spesso "nervoso", una fotografia stretta sui volti, una messa in scena attenta agli scatti di Follia e un Cast ricco di sfaccettature, mentre le Musiche di Morricone sottolineano il Disagio esistenziale che permea i Rapporti famigliari. 
Un Capolavoro da rivedere assolutamente. 
Togni Aronne
☆☆☆☆☆

Commenti

Post più popolari