VISIONI SETTIMANALI #13: 3-9 Giugno 2019



Un'altra settimana relativamente parca di visioni, ma quasi tutte interessanti e Cult, fatta eccezione  (SPOILER) per una merda inconcepibile in chiusura, giusto per guastarci il week-end.
Che altro dire? Seguite l'esempio del simpatico giocatore di carte sopra proposto, ovvero andate a trincare alcool. Oppure a leggere questa rubrica e a vedere i film proposti (tranne l'ultimo, lo ribadisco). Buona settimana.




"Gremlins"
di Joe Dante, 1984

Classico sempre molto piacevole da rivedere: 1-2 anni fa buttai giù degli appunti che, forse, in futuro rielaborerò in formato più "scorrevole". Intanto, riprendo un passaggio per me particolarmente importante. Sotto un'apparente morale tradizionale, "Gremlins" si scaglia contro la propaganda ipocrita dello spirito natalizio, parlando della depressione che affligge una parte della popolazione (statunitense) in questo periodo, mostrando la crudeltà e la mediocrità di chi ha soldi e potere e criticando, nel finale, la "corruzione" cui la civiltà occidentale sottopone la Natura e i suoi misteri.
Sulla costruzione formale non c'è molto da dire: Joe Dante mette in scena un Caos fantasioso e spassoso, i Gremlins sono caratterizzati tutti in modo unico e il Tema Musicale (o, meglio, i Temi Musicali, uno di Gizmo e l'altro dei suoi demoniaci "figli") restano impressi nel cervello. 
Un Cultone. 
Togni Aronne
☆☆☆☆☆

Tra i più famosi cult natalizi non può certo mancare "Gremlins", il quale merita tutta la popolarità ricevuta. 
Quest'opera bellissima e coinvolgente riesce ad amalgamare divertimento e suspense in un modo unico. Il tema del Natale è messo come cornice della vicenda e quindi anche chi non santifica tale festività potrà di certo godersi questa fetta storica di Cinema. 
Una pellicola amabile che sa intrattenere e che riesce a farlo al meglio senza mai inciampare nemmeno una volta. Ogni scena scorre piacevolmente e il finale "porta alla luce" un significato profondo che fa riflettere. 
Consiglio a tutti la visione di questo film: un piccolo capolavoro dal sapore dolce e amaro ma che sicuramente sarà apprezzato anche dai palati più raffinati. 
Aiden Server
☆☆☆☆



"Deliria"
di Michael [Michele] Soavi, 1987

Esordio alla regia di un Lungometraggio cinematografico per Michele Soavi, "Deliria" è forse uno dei migliori esempi di Slasher "all'italiana". 
Dominato da musiche ossessive, il Film mette in scena con gran gusto un Thriller sullo Spettacolo, sul suo cinismo, sulla sua cattiveria. Il Killer, intrufolandosi durante le prove teatrali, sembra adoperare la propria Mattanza come espediente per entrare visceralmente nello Show. Questa lettura viene, secondo me, rafforzata particolarmente in alcune scene: innanzitutto nel primo omicidio dentro il teatro, quando, scambiato per un attore, viene incitato a "uccidere" un'attrice; ma soprattutto, verso il Finale, quando egli (l'assassino) si siede in mezzo al palco circondato dalle vittime disposte con gusto scenografico. 
Quest'opera mi colpì molto alla prima visione, e questa revisione conferma e rafforza l'Impatto emotivo. Un altro Cult da (ri)scoprire.
Togni Aronne
☆☆☆☆½



"Wyrmwood"
[Wyrmwood - Road of the Dead]
di Kiah Roache-Turner, 2014

Film australiano (molto) indipendente che mescola con modalità interessanti il filone degli zombie (unendo gli immancabili omaggi romeriani al dinamismo moderno) con le Atmosfere post-apocalittiche dei vari "Mad Max" milleriani. 
Il film non è esente da difetti: al di là di certe trascurabili distrazioni tecniche, non sempre lo spirito è coeso a dovere, a volte l'ironia sembra giungere a sproposito e qualche tamarrata si poteva benissimo evitare. Inoltre, la scarsità di mezzi conferisce alla pellicola un aspetto quasi amatoriale. 
Queste pecche, però, risultano alla fin fine perdonabilissime, se non addirittura giustificabili, e non si riesce a non "premiare" un tentativo riuscito di zombie movie low budget con personalità unica (solitamente ridotti ad un ammasso di cliché), impreziosito da trovate originali e momenti di introspezione intelligente, oltre che da scelte visive accattivanti. 
Consigliato, quindi.
Togni Aronne
☆☆☆½

Ed eccoci qui con l'ennesimo film splatter a tema zombie. Come sempre vediamo l'apocalisse causata da queste creature e i pochi superstiti che formano una coalizione pur di non rimanere soli ad affrontare il problema. 
Malgrado la poca originalità dovuta alla trama ridondante, siamo di fronte ad una pellicola piacevole e coinvolgente, il cui punto di forza risiede nella comicità presente per buona parte dell'opera, riuscendo a spezzare egregiamente la routine a cui siamo abituati. 
Malgrado errori evidenti, "Wyrmwood" si dimostra comunque un film "ignorante" al punto giusto e, talvolta, gradevole: lo consiglio ai fan dei non-morti e agli amanti del genere. 
Aiden Server
☆☆☆½



"Jupiter Ascending"
[Jupiter - Il destino dell'universo]
di The Wachowskis, 2015

2-3 anni dopo "Cloud Atlas", le sorelle (Lilly però "era ancora" Andy) Wachowski dirigono un altro film di fantascienza. 
Ad una prima visione, "Jupiter Ascending" mi è parso il lavoro meno riuscito della Coppia di Cineaste: in particolare, ho notato una certa abbondanza di cliché da "young adult movie", e ho trovato un po' faticosa la fase di "decollo". Ho avuto poi l'impressione che il tutto necessitasse di maggiore tempo per approfondire i vari imput presenti. 
Comunque, la bravura registica delle Wachowski, soprattutto nelle scene d'azione, si sente, e non mancano elementi di riconoscibilità della loro Poetica, tra Reincarnazione, rapporto tra Libera scelta e Destino, Idea di "coltivazione" umana e così via. La presenza di Terry Gilliam poi migliora il tutto, come anche la Fantasia visiva di ambienti e costumi vari. 
Insomma, un Wachowskis minore, ma sempre molto più intrigante e personale rispetto alla maggioranza di blockbuster sci-fi action odierni, cinecomics in primis. 
Togni Aronne
☆☆☆☆

Fantascienza allo stato puro, effetti speciali sbalorditivi e armi futuristiche: tutto questo è "Jupiter Ascending". 
Malgrado la trama non convinca appieno, posso dire che questo film riesce comunque ad affascinare lo spettatore, mostrando tutto ciò che di bello questo genere ha da offrire. 
Gli inseguimenti e le battaglie sono dettagliate in maniera incredibile, mentre la parte romantica si rivela un'ottima aggiunta senza risultare troppo smielata o fuori tema. 
Se siete alla ricerca, quindi, di un'opera fantascientifica davvero ben fatta e che non richieda troppo sforzo mentale, vi consiglio vivamente questa pellicola perché merita di essere presa in considerazione da tutti, visto il suo scorrimento liscio e piacevole.
Aiden Server
☆☆☆☆



"King of the Lost World"
[King - Il re del mondo perduto]
di Leigh Scott, 2005

Mockbuster della famigerata (The) Asylum che sfrutta, evidentemente, l'uscita del "King Kong" di Jackson, mescolando assieme "The Lost World" di Doyle (romanzo che ancora debbo leggere) tanto per farcire. 
Dopo i primi 10 minuti di minchiate e di Vuoto (esistenziale, artistico, narrativo: scegliete voi), la mia mente ha iniziato a distrarsi con ragguardevole frequenza, quindi questa "recensione" andrebbe presa con molte pinze. In ogni caso, è evidente fin da subito che siamo di fronte alla solita trashata studiata per i fan del trash, con effetti merdosi, messa in scena insulsa, recitazioni scaciotte, sceneggiatura profondamente idiota e cliché tarocchi. Inoltre manca per buona parte del "film" quella dose di divertimento scemo, condensato all'inizio e alla fine, e quindi la visione risulta pure noiosa. 
Da evitare.
Togni Aronne

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