VISIONI SETTIMANALI #15: 17-23 Giugno 2019


Con un leggero ritardo causa problemi di connessione, torna il consueto appuntamento dedicato al Cinema, ma questa volta porta con sé un annuncio di importanti cambiamenti per le settimane venture. Infatti, dopo questo numero abbandoneremo la prassi "diaristica" che finora ha dettato la scelta dei titoli, ovvero indicando le nostre ultime visioni personali. Opteremo nell'immediato futuro per delle proposte svincolate quindi dalla nostra "autobiografia cinematografica", spaziando tra consigli e "sconsigli", mantenendo un numero più o meno stabile di titoli. A proposito di quest'ultima novità, già da ora potrete trovare, oltre ai più "tradizionali" lungometraggi, proposte relative al vasto mondo dei corto-mediometraggi: il numero di consigli conterrà dunque 7 lungometraggi più almeno 1 corto. Eventuali "sorprese" verranno rivelate nel corso della prossima settimana. 
Intanto, vi auguriamo una buona lettura di quest'ultimo "appuntamento diaristico".


"...e tu vivrai nel Terrore! L'Aldilà"
di Lucio Fulci, 1981

Uno dei miei Cult prediletti, visto e rivisto più volte. Ho "nel cassetto" appunti e commenti vari riguardanti quest'Opera, da cui riprenderò alcuni stralci in attesa di una (spero imminente) pubblicazione qui dentro.
Ogni Visione mi lascia sempre avvolto nei Dubbi ma questi, per me, sono un qualcosa da apprezzare perché spalancano la Mente alla Auto-Indagine e alla Curiosità.
Innegabili, comunque, le doti tecniche del Regista, il quale riesce ad ottenere dei magnifici effetti ottici.
Riguardo alla Sgradevolezza audio-visiva, è secondo me evidente che questa Spiacevolezza risponda ad una precisa Coerenza Stilistica con il Gusto del Terrorista dei Generi, così come anche la presenza di Temi portanti nella sua Filmografia come la Morte e la Perdita della Ragione.
Un Capolavoro dell'Imperfezione, ma appunto è nell'Imperfezione che si può trovare l'Individualità dell'Arte, non nell'asetticità impeccabile e studiata a tavolino, tipica invece del prodotto seriale fatto a macchina.
Togni Aronne
☆☆☆☆☆




"Los Cronocrímenes"
[Timecrimes]
di Nacho Vigalondo, 2007

Thriller fantascientifico spagnolo a basso costo del 2007 scritto, diretto e interpretato da Nacho Vigalondo. 
Le svolte narrative del film sono piuttosto facili da intuire, specialmente se si mastica un po' di fantascienza e, in particolare, di finzione sui viaggi nel tempo, e il trailer non aiuta certo a mantenere sorprendente il tutto. Però la "prevedibilità", ben lungi dallo spegnere l'interesse nella successione delle scene, stuzzica la curiosità di vedere come i vari pezzi man mano anticipati si incastreranno tra di loro nel "puzzle" finale. 
Visivamente si notano i limiti economici dell'opera, ma Vigalonda riesce a gestirli sapientemente con una messa in scena "diretta", costruendo un ritmo ben serrato e avvincente, avvalendosi inoltre di buone prove attoriali, tra cui spicca il protagonista Elejalde. 
Finale crudelissimo reso ancora più spietato dalla tranquillità esibita del personaggio principale e dal movimento di macchina "aereo" sopra la scena del misfatto.
Togni Aronne
☆☆☆☆




"Get Out"
[Scappa: Get Out]
di Jordan Peele, 2017

Esordio alla Regia per Jordan Peele, autore anche della sceneggiatura, co-produttore e interprete in un paio di camei vocali. 
La formazione comica dell'Autore si sente, contaminando la tensione della Pellicola con una vena d'Umorismo nero brillante. 
Sul piano narrativo, molte delle svolte principali si possono intuire facilmente ma, più che una sensazione di "prevedibilità", si ha l'impressione che il regista intenzionalmente scopra le sue carte, giocando con le aspettative del pubblico, la cui curiosità resta sempre alta. 
Ammirevole l'idea di non limitare la soluzione allo schiavismo: il razzismo messo alla berlina da Peele non è solo quello esplicitamente reazionario e "sudista" risvegliato da Trump ma si lega alla finta tolleranza esibita con spocchia "liberale", mettendo a nudo come la xenofobia impregni la cultura statunitense. 
Visivamente straordinario, recitato divinamente e con Musiche eccellenti: "Get Out" è un Gioiellino da rivedere, e Peele un Cineasta da tenere d'occhio.
Togni Aronne
☆☆☆☆☆

Preferisco non accennare la trama visto che il film risulta fin dai primi minuti (e perfino dal titolo) incredibilmente prevedibile. 
Infatti, all'inizio di ogni scena significativa, teorizzavo su quale risvolto potesse prendere la storia e, successivamente, confermavo tali idee. 
Malgrado la pellicola sia così scontata, devo però ammettere che nel complesso è riuscita a stupirmi, riuscendo a coinvolgermi per tutto il tempo. 
La suspense che si crea è altissima e ciò dimostra quanto "Get Out" risulti davvero ben fatto. 
La musica e le battute sono inserite perfettamente e riescono ad essere una cornice apprezzabile e godibile. 
Consiglio quest'opera a coloro che amano il brivido freddo lungo la schiena e a chi vuole godersi un piccolo capolavoro del cinema.
Aiden Server
☆☆☆☆




"Stand by Me"
[Stand by Me - Ricordo di un'estate]
di Rob Reiner, 1986

Tratto da un racconto di King. 
Pur non appartenendo al Genere solitamente associato allo Scrittore e pur non avendo io, personalmente, letto ancora la novella di partenza ("The Body"), l'ispirazione kinghiana si avverte tutta, specialmente nei Temi: l'infanzia costantemente minacciata e osteggiata da una società adulta insensibile, bulli potenzialmente letali, Amicizia come Sentimento tanto forte da superare distanze spaziali e temporali, figura autobiografica dello Scrittore eccetera. 
Tutti questi topoi non scadono nel mediocre "clichè" ma vengono affrontati con attenzione, mettendo in scena un viaggio di formazione straordinario e genuinamente commovente. 
La regia di Reiner è delicata e pulita, il Cast di giovanissimi attori è straordinario (Phoenix doppiamente malinconico per la sua morte reale), Musiche sposate magnificamente con le Immagini, buon ritmo nel montaggio. 
Avrei preferito l'assenza della voce narrante fuori campo, ma per il resto "Stand by Me" è un Cult da rivedere.
Togni Aronne
☆☆☆☆½




"Predator"
di John McTiernan, 1987

Un altro Film che ho visto più volte e di cui ho alcuni appunti, risalenti soprattutto alla visione precedente questa. Anche qui, in attesa di un'eventuale pubblicazione "prosaica", vado a proporre alcune osservazioni particolari.
Da notare l'intelligente mutamento che subisce il film, passando da spacconata action da pieno clima reaganiano ad un clima sì sempre action ma meno spaccone e più fanta-horror. Anche visivamente c'è uno stacco, dalle primissime scene con luci e colori "eroici" e cliché appunto spacconi ad un clima più teso, cupo.
Ci sono anche delle analogie tra militari e predator, specialmente in certe strategie  e nel senso di superiorità rispetto agli obiettivi, questi ultimi visti come privi di dignità individuale. Entrambi, quando si accorgono di essere "prede" e non "predatori", si lanciano a disperate azioni casuali.
Non ci sono dunque eroi, in questo film, ma individui impiegati in una lotta per la sopravvivenza. 
Un Cult sempre molto piacevole da rivedere.
Togni Aronne
☆☆☆☆

Direttamente dagli anni '80 assistiamo ad un cult divenuto iconico: "Predator". 
Per quanto la trama risulti semplice e priva di troppe complicazioni, il film è riuscito ad affascinarmi a tal punto da farmi comprendere i motivi della sua enorme fama. 
Studiata nel dettaglio, ogni inquadratura arricchisce la pellicola coinvolgendo lo spettatore. 
Gli effetti speciali sono davvero ben fatti e privi di imperfezioni: aspetto che, ammetto, guardo molto in un film fantascientifico. 
Tra sparatorie ed esplosioni, l'opera scivola via senza annoiare mai, risultando un ottimo passatempo. 
Concludo queste riflessioni consigliando "Predator" a coloro che vogliono godersi un cult ottantiniano e ai fan del genere.
Aiden Server
☆☆☆☆




"Drugstore Cowboy"
di Gus Van Sant Jr., 1989

Van Sant mette in scnea un dramma di formazione sul mondo della droga. 
Il tono, almeno ad una prima visione, non pare distaccarsi molto dai codici dei prodotti più o meno "realistici" a tema dipendenza, e l'uso della voce narrante fuori campo contribuisce a rendere il tutto più "didascalico". 
Comunque, Van Sant dirige con ottima competenza, proponendo squarci "allucinati" interessanti, dando il giusto ritmo alle varie sequenze e mantenendo uno sguardo il più possibile "onesto", senza mistificazioni ma neppure demonizzazioni o pietismi. 
Il Cast è ottimo, con ogni interprete in parte tra cui un Dillon sempre azzeccato nel ruolo di giovane "outcast". Le musiche si sposano molto bene con l'Atmosfera dolente del film e la fotografia dà un tocco "quotidiano" alla vicenda. 
Memorabile la partecipazione di Burroughs come prete tossico.
Togni Aronne
☆☆☆☆




"Dèmoni"
di Lamberto Bava, 1985

Approfittando di una proiezione pubblica gratuita con presentazione di Lamberto Bava stesso, ho rivisto un'altra volta (dopo ottobre) questo Cult action-horror italiano. Questa volta, invece dei soliti appunti, ho già una "recensione" lineare bella pronta, che molto probabilmente pubblicherò qui presto. Come al solito, però, vado intanto a proporre alcuni punti principali. 
Sicuramente non è un Capolavoro, perché qualche imperfezione qua e là c'è ma soprattutto perché si vede che gli intenti del qui solo produttore Dario Argento sono quasi puramente finalizzati all'intrattenimento di Genere.
Però il Film resta comunque ottimo: Bava, pur dirigendo "su commissione", ha comunque una regia personale e sapiente nel dare il giusto ritmo, la location della sala cinematografica è suggestiva, diverse inquadrature restano impresse, le musiche sono ottime e gli effetti di Stivaletti sono di grande impatto.
"Démoni" è quindi un Film che merita lo Status di Cult.
Togni Aronne
☆☆☆☆




"Nøcken"
[The Nix]
di Nicolai G.H. Johansen, 2018

Interessante mediometraggio (mezz'oretta circa) danese, un "horror in costume" sulla Solitudine e sull'Abbandono: in un villaggio tardo medievale, una donna non fertile tradita dal marito viene attirata da un'entità malefica. 
Narrativamente non siamo di fronte ad un qualcosa di particolarmente "originale" e la "piccolezza" produttiva si nota, ma i mezzi sono sfruttati con intelligenza, visivamente il bianco/nero cattura un'interessante Malinconia esistenziale e il cast funziona. 
Un piccolo film che merita almeno un'occhiata.
Togni Aronne
☆☆☆☆

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