CONSIGLI SETTIMANALI #1: 24-30 Giugno 2019



Come avevamo già annunciato, da questa settimana cambia la rubrica settimanale dedicata al Cinema, ovvero non più un "diario" delle nostre ultime visioni ma dei consigli, che possono magari in parte rispecchiare anche le visioni settimanali di chi le propone ma non sarà più una "prerogativa obbligatoria". Per questo, dunque, muta anche il nome di questo appuntamento, che da "Visioni" diventa appunto "Consigli". Si noterà inoltre che, in questa settimana, sono presenti commenti ad opera soltanto di Togni Aronne: questo perché, venendo meno il "dovere morale" di proporre un'opinione per ogni film visto, Aiden Server ha deciso di prendere con maggiore libertà il "compito critico". Ciò non implica però un abbandono totale  della rubrica da parte di Aiden, il quale potrebbe pubblicare in futuro altre recensioni. Trova conferma anche la scelta di consigliare (almeno) un cortometraggio, trovata già presente anche nell'ultimo numero delle "visioni settimanali".
Non c'è intanto altro da aggiungere in merito: anticipiamo soltanto una nuova sorpresa, ormai imminente, e vi auguriamo buona lettura.





"A Simple Plan"
[Soldi sporchi]
di Sam Raimi, 1998

Opera per certi versi analoga al di due anni precedente "Fargo" dei Coen (amici di Raimi), "A Simple Plan" è un Thriller esistenziale profondo. 
La praticamente totale assenza di qualsiasi traccia dell'Ironia grottesca tipica del Cinema più noto e apprezzato dell'Autore può ad una prima occhiata meno attenta dare l'idea di un lavoro quasi impersonale ma la supremazia dell'Amarezza nera non fa altro che sottolineare un aspetto da sempre presente nella Poetica Raiminiana ma, fino ad allora, tenuta più o meno nascosta. 
La morale occidentale viene distrutta nel Film, e i Personaggi inizialmente più "onesti" (ovvero Hank e la moglie Sarah, interpretati da Paxton e Fonda) si rivelano i più cinici e spietati nell'eseguire il piano tutt'altro che semplice (Titolo originale straordinario in questo senso). Alla fine però si rivelerà tutto inutile, lasciando letteralmente di merda l'Individuo Spettatore. 
Un Gioiellino, tra le migliori Opere di Raimi, forse un Capolavoro.
Togni Aronne
☆☆☆☆☆




"Crime d'Amour"
di Alain Corneau, 2010

Thriller francese del 2010 da cui è tratto "Passion" di De Palma: è l'ultimo lavoro di Corneau, morto di cancro prima dell'uscita in sala del film. 
La pellicola punta molto sulla costruzione narrativa e sulle interpretazioni del cast, in particolare delle due attrici protagoniste (Sagnier e Scott Thomas), e in questi ambiti funziona notevolmente: l'intreccio fila magnificamente, sia nella prima metà, incentrata sulle tormentate relazioni di potere tra la capa e l'assistente, sia nella seconda parte, dal delitto al percorso processuale. Le due protagoniste danno ai rispettivi personaggi una forza dirompente, instillando una sottile carica omo-erotica tanto più palpabile in quanto mai esplicitata. 
Tra le due metà di film si assiste ad un sensibile cambio di tono, la cui prova più evidente è il gran dispiego di flashback nella parte post-delittuale, per mostrare la costruzione dell'intrigo. 
Finale spietato per un film cattivissimo, da riscoprire (purtroppo in italia è ancora inedito).
Togni Aronne
☆☆☆☆




"The Omen"
[Il presagio]
di Richard Donner, 1976

Nato sulla scia del successo di "The Exorcist", "The Omen" è un altro SuperCult in ambito "satanista". 
Donner, regista di "Superman" (che ancora mi manca), "The Goonies" e molti altri Titoli, dirige con grande competenza, costruendo un'Atmosfera cupissima, di Apocalisse imminente. Alla freddezza dei cultori del Diavolo e, per certi versi, di Damien (ovvero l'Anticristo) stesso si contrappone un'animosità dei "buoni" talmente calcata da sfociare nel fanatismo. Come espliciterà il sequel, il Figlio di Satana pare in realtà completamente ignaro e innocente riguardo alla sua situazione, così i tentativi di distruggerlo risultano shockanti nel loro proposito infanticida. Manca, infatti, una vera presa di posizione anti-satanica all'opera, la quale mantiene una neutralità morale che oggi secondo me risulterebbe molto più scomoda e "oltraggiosa" rispetto al periodo d'uscita del Film. 
Un Cult rivisto con grandissimo piacere: il Tema Musicale resta impresso nel cervello.
Togni Aronne
☆☆☆☆½




"Black Panther"
di Ryan Coogler, 2018

Già visto, con altri millemila supereroi, in "Captain America: Civil War", anche Black Panther si becca il film "da solista". 
Il risultato è l'ennesimo prodottino fatto con lo stampino sia nella trama (con cliché onnipresenti ed eseguiti pedissequamente) sia nella resa visiva (artisticamente vuota). 
Come il citato "Civil War", anche "Black Panther" scorre addosso all'Individuo spettatore senza troppi problemi, ma ancor più facilmente e rapidamente abbandona la memoria senza lasciare praticamente traccia. I personaggi non hanno carisma, nemmeno quelli interpretati da grandi attori (protagonista e antagonista mediocri), gli effetti si mangiano tutto gli inserti ironici lasciano impassibili e gli spunti socio-politici, per quanto potenzialmente interessanti, sembrano buttati lì giusto per darsi un tono. 
Insomma, un altro episodio impersonale in quel baraccone per nerd che è il MCU. Inoltre non capisco perché diamine parlino in inglese i tizi di Wakanda anche stando tra di loro.
Togni Aronne
☆☆




"Kaos"
di Paolo & Vittorio Taviani, 1984

Antologia televisiva dei fratelli Taviani ispirata a vari racconti di Luigi Pirandello. 
Un corvo maschio viene sorpreso a covare e poi rilasciato con una campanella al collo, trascinandoci col suo volo su vari luoghi della Sicilia, dove si sviluppano i racconti (4 più un epilogo) raccolti nel film. 
Svariati i Temi trattati: "L'altro figlio" riflette sull'emigrazione e sullo stupro, "Mal di luna" rielabora il Mito del Licantropo in chiave "realistica" e umanista, "La Giara" propone una sfida d'ingegni caratterizzata da umorismo ma anche malinconia, 
"Requiem" tratta il rapporto con i defunti. Infine l'Epilogo, "Colloquio con la madre", porta in scena Pirandello e il suo passato, che poi si declina nei ricordi della madre defunta. 
La varietà dei racconti proposti ha come linea comune, oltre ovviamente all'ambientazione sicula e alle novelle pirandelliane, un fortissimo senso di Drammaticità, di Dolore. 
Notevole.
Togni Aronne
☆☆☆☆☆




"SiREN"
di Gregg Bishop, 2016

Spin off/rielaborazione di un corto dell'antologia horror "V/H/S" (che ancora debbo vedere), "SiREN" ripropone figure mitologiche come la Sirena (alata, secondo la tradizione omerica) e Lilith (nome proprio della Creatura) in chiave moderna. 
Fin da subito è evidente la qualità modesta dell'operazione: fotografia para-televisiva, regia sostanzialmente anonima, sceneggiatura priva di particolari guizzi, personaggi e interpreti poco empatici... Insomma, un prodottino di genere che molto difficilmente diventerà cult, anche di nicchia. 
Però, una volta compresa la modestia del prodotto, si riesce a seguire la visione con buona facilità, trovando ogni tanto qualche elemento degno di nota, soprattutto quando entra in campo Lilith, ben interpretata da Hannah Frieman, con un design intrigante e una non originalissima ma affascinante introspezione. 
Niente di imperdibile, ma se interessano le produzioni indipendenti di Genere direi che almeno una visione la merita. 
Togni Aronne
☆☆☆




"アンチポルノ"
Anchiporuno
[Antiporno]
di Sion Sono, 2016

Ennesima conferma della Maestria di Sion Sono, o almeno dell'estrema vicinanza della sua Poetica alla mia sensibilità cinematografica.
Un Tripudio di Colori enfatizzato dalla Scenografia, con una messa in Scena fuori dagli schemi ottima nel rafforzare l'Assurdità della sceneggiatura. Un Flusso di Pensieri espresso col Cinema, pregno di Domande e Dubbi sulla Realtà, l'Immaginazione, l'Eros, i Rapporti tra Sessi, il Potere, la Libertà, il Dramma, l'Arte (Cinema in primis). Cast, Montaggio, Fotografia (ecc.) ai massimi livelli.
Spero di rivederlo il prima possibile!
Togni Aronne
☆☆☆☆☆



Cortometraggio settimanale


"Predator: Dark Ages"
di James Bushe, 2015

Fan Movie che trasporta Predator nel Medioevo... Davvero molto interessante e straordinariamente ben fatto, se si considera la natura non professionale dell'opera. Ci sono un po' di cavolatine, come atteggiamenti e frasi un po' troppo contemporanee per i personaggi, più qualche stereotipo/cliché di troppo, ma riesce a intrattenere per una buona ventina di minuti invogliando pure a volerne di più... Lo consiglio.
Togni Aronne
☆☆☆½

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