CONSIGLI SETTIMANALI #4: 15-21 Luglio 2019


Una settimana densa di (secondo me) ottimi consigli, con una particolare attenzione per il Maestro dell'Horror Wes Craven. Buona lettura!




"A Nightmare on Elm Street"
[Nightmare - Dal profondo della notte]
di Wes Craven, 1984

Craven costruisce un Classico del Cinema Horror moderno dopo aver raggiunto una decisa maturità stilistica costruita con diverse sperimentazioni.
Sotto l'apparente disimpegno del teen-slasher attento all'intrattenimento macabro, il Film propone un'Indagine inquietante nei Misteri del Sogno il cui percorso tematico viene messo in scena tramite una sorta di concretizzazione dell'Incubo: il Sogno sembra reale, anche se suggerito da diversi indizi (soprattutto sonori), e noi individui spettatori, come la Protagonista Nancy, scivoliamo dentro il Dominio onirico di Fred Krueger. Il Personaggio, interpretato magnificamente da Robert Englund, potrebbe incarnare la pericolosità e le inside del mondo Adulto per chi sta attraversando il periodo di passaggio dall'infanzia alla maturità. 
"A Nightmare on Elm Street" è un Classico dell'Horror che merita tutta la Popolarità e il Rispetto ottenuto finora: andrebbe studiato con grande attenzione da chi ama l'Arte Cinematografica.
☆☆☆☆☆
Togni Aronne




"Bad Dreams"
[Vivere nel terrore]
di Andrew Fleming, 1988

Film decisamente affascinante e suggestivo, anche se con gli anni il ricordo inizia un po' a scemare...
Comunque, "Bad Dreams" vanta delle Atmosfere innegabilmente suggestive, soprattutto negli Squarci della Setta di Harris (sublime Richard Lynch). Per certi versi, l'Ambigua attrazione che la comune suicida esercita, con la sua filosofia sospesa tra l'utopia di un mondo pieno d'Amore e la distopia di un'unità annichilente nei confronti dell'Individuo risulta molto più convincente degli squarci orrorifici, tra i "suicidi" cruenti e le apparizioni di Harris ustionato, ma questo forse non è un difetto secondo me.
Ogni tanto sembra avvertirsi un senso di mancata chiarificazione, e alcuni passaggi sembrano quasi improvvisi, ma il risultato non viene compromesso, così come non viene compromessa la godibilità della visione.
Un Film che val la pena di essere visto, seppure non sia un Capolavoro o un Cult imperdibile.
Togni Aronne
☆☆☆½




"They Live"
[Essi vivono]
di John Carpenter, 1988

In piena epoca reaganiana-bushista, Carpenter realizza quello che è probabilmente il suo Film più Politico, adottando ancora una volta il Genere e il suo personale Stile classico per contestare una deriva sociale sempre più opprimente e desolante.
I vari giochi di inquadrature, di soggettive, di primi piani eccetera servono ad arricchire le Immagini di indizi narrativi ma anche di spunti di riflessione, facendo entrare sempre di più l'Individuo Spettatore negli Occhi(ali) del Protagonista, con una Metafora tanto semplice quanto pesante e sovversiva. Carpenter colpisce alla radice la base stessa di tutta quella gigantesca messa in scena che è il sogno americano, ovvero la democrazia capitalista: un sistema dove la libertà non esiste, sostituita da desideri indotti e inutili, dove l'Individuo viene represso (e soppresso) e assimilato al gigantesco meccanismo del sistema. 
Un Classico che merita di essere studiato, soprattutto da chi indossa la scritta OBEY ignorandone l'Origine Artistica.
Togni Aronne
☆☆☆☆☆




"The Serpent and the Rainbow"
[Il serpente e l'arcobaleno]
di Wes Craven, 1988

Una delle Opere più mature di Wes Craven.
Un tempo il Finale mi pareva troppo ottimista, ma ora ritengo l'Happy Ending una Catarsi necessaria. Craven, almeno nel periodo post-Nightmare, ha solitamente raccontato Fiabe seguendone gli Schemi narrativi: ne consegue che l'Eroe non può perdere poiché la sua Vittoria costituisce il Traguardo di un Percorso Iniziatico. 
Degno di nota il sottotesto Socio-Politico: la Rivoluzione nel Finale, oltre a sottolineare il Legame 'Leoniano' che unisce l'iniziazione e la catarsi del protagonista con il percorso e la Vittoria (forse accentuata) della Storia, rappresenta un Inno alla Libertà (o, meglio, alla "Liberté", come dicono nel Film). Inoltre, anche se 'giustificata' da una cornice dittatoriale, non manca la solita invettiva Craveniana contro la polizia .
Forse imperfetto, ma personalmente ritengo "The Serpent and the Rainbow" un Capolavoro, sicuramente una delle Migliori Opere di Craven!
Togni Aronne
☆☆☆☆☆




"Suburra"
di Stefano Sollima, 2015

Film del 2015 di Stefano Sollima ispirato ad un libro e a sua volta alla base di un'omonima serie tv: come "Gomorra" raccontava i rapporti della Camorra con la vita politica ed economica napoletana, così "Suburra" racconta gli intrallazzi tra politica, economia e malavita organizzata romana. 
L'Opera è caratterizzata da un'Atmosfera sospesa e al contempo tesissima, delicata eppure crudele, piena di forti sentimenti ma anche di viscide bassezze. Le diverse storie si alternano ed intrecciano senza mai risolversi definitivamente, mentre una poco chiara Apocalisse aleggia sulle vite dei vari Personaggi, minacciandone i piani, le esistenze, le personalità. 
Visivamente il Film è curato alla perfezione, con una fotografia ed un montaggio degne del Cinema come Arte (e quindi lontanissime dalla piattezza delle fiction). Le Musiche si sposano superbamente con le Immagini, la Scrittura è intelligente e il Cast è calatissimo. 
Si capisce la scelta di Sollima per "Soldado", sequel di "Sicario".
Togni Aronne
☆☆☆☆½




"Independence Day"
di Roland Emmerich, 1996

Emmerich con il suo "popcorn cult form masses" dimostra i essere la versione meno seriosa di Bay, tanto da instillare il sospetto che faccia apposta film così idioti per prendere per il culo l'ossessione masturbatoria che gli yankee hanno con il patriottismo. 
"Independence Day" è un blockbusterone invecchiato malissimo (perché, di fatto, era già vecchio all'epoca della sua uscita), il tipico film vuoto in tutto, sia nello stile audio-visivo sia nella sceneggiatura sia nei contenuti, che cerca di coprire la sua Nullità con effetti speciali, esplosioni e boom sonori, oltre che con un cast stellare tanto pagato quanto sprecato (per me solo Will Smith sembra credere davvero nel progetto). Tolti però i soldi e il testosterone, resta il Nulla di Endeiana memoria, da cui poi nasceranno tanti altri piccoli e grandi Nulla cinematografici.
Togni Aronne




"The Hills Have Eyes Part II"
[Le colline hanno gli occhi II]
di Wes Craven, 1984

Ci troviamo di fronte ad uno dei film in assoluto minori del Creatore di Freddy Krueger, la sua natura estremamente "alimentare" nella carriera del Regista è piuttosto evidente, le debolezze sono numerose e paragonato al Cult originario questo sequel perde sotto tutti i punti di vista, e lo stacco si nota anche a distanza di anni dalla visione del precursore. Qua la "sporcizia" e la patina grezza è meno "incisiva", e anche la Cattiveria pessimistica del Classico settantiniano latita in favore di una visione molto più tradizionale e commerciale del genere horror, cadendo inoltre in praticamente tutti i cliché dei sequel horror. Non approfitta nemmeno della sua condizione di seguito per ingranare subito la marcia, facendo attendere quasi metà film prima che accada qualcosa! 
Probabilmente questo film è davvero una mediocrata di quelle inutili, da evitare. Nonostante la sua mediocrità, il film riesce comunque a risultare tutto sommato "simpatico".
Togni Aronne
☆☆



Cortometraggio settimanale


"The Ventriloquist's Dummy"
(Tales from the Crypt s02e10)
di Richard Donner, 1990

Un po' mal giostrati i ritmi narrativi: infatti, i 15 minuti iniziali di presentazione, per quanto ben fatti, sarebbero risultati idonei per film di almeno 50 minuti, ma in un corto di 24' costringono i rimanenti 10 minuti scarsi a correre.
Resta comunque un Cortometraggio dallo spunto alquanto intrigante (e ottimo per un lungometraggio) che recupera ciò che perde in gestione dei ritmi grazie ad una regia ingegnosa, ad un uso teatrale delle luci assai pertinente per il tema trattato, degli effetti artigianali divertenti e brillanti e ad una coppia di protagonisti, ovvero il ventriloquo interpretato da Don Rickles e l'imbranato ammiratore interpretato da Bobcat Goldthwait (indimenticabile Zed nella serie di "Police Academy").
Niente di eccezionale, ma un cortometraggio ottimo per gli standard televisivi, che merita qualche visione e intrattiene senza stancare.
Togni Aronne
☆☆☆½

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