CONSIGLI SETTIMANALI #3: 8-14 Luglio 2019
Un'altra settimana è passata, e con essa arrivano i consigli cinematografici, con tanto di incursione "televisiva" come cortometraggio (in realtà più mediometraggio). Buona lettura.
"Arrival"
di Denis Villeneuve, 2016
Film di Fantascienza che, alla sua uscita, colpì con buon interesse l'opinione pubblica e in particolare il "mondo cinefilo".
Tratto da un racconto di Ted Chiang (che intendo assolutamente leggere), "Arrival" reinterpreta il motivo classico del contatto extraterrestre concentrando il proprio sguardo sulla Ricerca dell'Ignoto e su come essa porti ad un'Indagine della nostra essenza umana. Il Tema del Tempo, della genitorialità, della necessità di muoversi per salvare la Terra e così via non possono non riportare alla mente "Interstellar". Anche qui non sono mi mancati motivi di perplessità, soprattutto nel finale, però nel complesso il tutto mi è parso più soddisfacente rispetto al film di Nolan, forse perché Villeneuve punta su un tono prevalentemente intimista. Intrigante è inoltre la Questione del Linguaggio, non così scontato in una pellicola su extraterrestri.
Inferiore forse alle mie aspettative (specialmente dopo il magnifico "Sicario"), ma comunque un Gioiellino da riguardare.
Togni Aronne
☆☆☆☆
"Predator 2"
di Stephen Hopkins, 1990
Primo sequel del "Predator" di McTiernan, l'azione si sposta dalla giungla alla città, nello specifico Los Angeles.
Il film, di fatto, replica lo schema del predecessore contaminandolo con il filone poliziesco: il risultato è in parte interessante per l'idea di questa commistione, ma a differenza del Capostipite qui il passaggio dall'action sbirresco all'horror fantascientifico avviene più stancamente, tradendo in certi punti affinità con la mentalità filo-reazionaria dei cop movie pro-tolleranza zero del periodo reaganiano (anche se, è bene precisarlo, qua mancano intenti propagandistici). Hopkins dirige con buona mano tecnica ma senza far sentire la presenza di uno sguardo abbastanza personale, e quando il Predator è assente l'attenzione tende a calare.
Però quando l'Alieno è in scena ci si diverte e il finale risulta interessante.
Nel complesso quindi un film divertente, ma tutt'altro che imperdibile.
Togni Aronne
☆☆☆
"Murder Obsession"
[Murder Obsession (Follia omicida)]
di Riccardo Freda, 1981
Sostanzialmente ultimo film di Riccardo Freda (che, credo nell'edizione inglese, si firma Robert Hampton), tra i precursori, assieme a Mario Bava, dell'Horror-Gotico-Thriller italiano.
Il film si colloca nel filone slasher ma, a differenza di opere come "Reazione a catena" (1971) del già citato Bava dove si anticipava Hollywood, "Murder Obsession" tende invece a seguire certi canoni di produzioni come la saga di "Friday the 13th". I difetti e le distrazioni tecniche, quasi inevitabili in piccole produzioni, qua non riescono a farsi dimenticare facilmente, e in generale si ha l'impressione che manchi qualcosa di unitario al tutto.
Comunque Freda dirige con competenza, inserendo alcuni squarci onirici assai suggestivi, oltre a mettere in scena molto bene le morti e ad avvalersi di una Fotografia interessante.
Concludendo, "Murder Obsession" non è un film (a prima vista) completamente riuscito, ma comunque risulta degno di nota.
Togni Aronne
☆☆☆½
"The Last House on the Left"
[L'ultima casa a sinistra]
di Wes Craven, 1972
Esordio ufficiale di Craven alla Regia di un Lungometraggio: ispirato a "Jungfrukällan" (La fontana della vergine) di Ingmar Bergman, "The Last House on the Left" è diventato uno dei film più importanti del filone 'rape & revenge'.
Pur sottolineando il disgusto per gli stupratori, Craven non risparmia la critica contro l'ipocrisia della classe borghese, tanto pulita di facciata quanto corrotta e spietata nei fatti. Inoltre, si fa beffe dei poliziotti, mostrati come delle macchiette ridicole il cui intervento si dimostra completamente inutile.
Tecnicamente caratterizzato da una grana "sporca", la pellicola presenta forse dei difetti nella costruzione, ma la sua forza "crudele", la sua ricercatezza sperimentale e le stupende musiche di Hess (il quale interpreta pure Krug, il capo della gang di violenti) mettono in secondo piano l'imperfezione generale, rendendo il Film meritevole del suo status di Cult.
Togni Aronne
☆☆☆☆½
"Lord of Illusions"
[Il signore delle illusioni]
di Clive Barker, 1995
Terzo e ultimo Lungometraggio diretto da Clive Barker, come i precedenti ("Hellraiser" e "Nightbreed") anche questo è tratto da una sua Opera letteraria, ovvero il Racconto "The Last Illusion" contenuto nel sesto e ultimo "Book of Blood".
Curiosamente, qui lo Scrittore decide di adottare un approccio molto poco fedele al Materiale di partenza, da cui riprende bene o male soltanto alcuni personaggi (cambiandone i caratteri) e il confronto tra Illusionismo e Magia. Per il resto la Pellicola prende una strada molto diversa, più "materiale" (anche nel soprannaturale), rinunciando a diverse Immagini suggestive dell'Aldilà e mantenendo solo vagamente lo Spirito Noir che permeava la Novella.
Il risultato, almeno nel Director's Cut è un film molto più normalizzato rispetto alla Poetica Barkeriana, e per questo l'effetto pare "smorzato".
Ci troviamo, però, comunque sempre di fronte ad un'Opera molto interessante, tutto sommato coerente con l'Estetica dell'Artista e con un Villain intrigante.
Togni Aronne
☆☆☆☆
"Suicide Squad"
di David Ayer, 2016
Vista la versione estesa, dubito che guarderò mai quella ridotta per le sale.
Il film può essere benissimo visto come l'anti-"Guardians of the Galaxy", dove tutto ciò che funziona nel Dittico di Gunn qua invece nel migliore dei casi risulta mediocre: il film di Ayer infatti è un prodottino fatto con lo stampino, privo di personalità propria e ricolmo di perbenismo, con personaggi insulsi e mal approfonditi, ironia scadente e musiche a volte stupende ma buttate lì in modo invasivo. Si possono intravedere possibili spunti interessanti, come l'umanità dei "cattivi" o i giochini di potere, ma questi risultano scarsamente abbozzati e privi di spessore. La coralità della "Squad" non esiste, con Smith sovrabbondante e Robbie lanciatissima, mentre gli altri membri appaiono ogni tanto senza suscitare empatia. I dialoghi sono scemi, gli effetti digitali mangiano il film e in generale il Nulla domina stimolando irritazione.
Il Joker di Leto è mediocre, quindi coerente con il film.
Togni Aronne
☆½
"The Hills Have Eyes"
[Le colline hanno gli occhi]
di Wes Craven, 1977
Secondo Lungometraggio di Craven (a meno che non si voglia contare anche il porno "The Fireworks Woman").
Ottime le Inquadrature scelte, sia in quelle 'devianti' dalla trama sia in quelle dove si sottolineano certi particolari. Il Montaggio costruisce superbamente la Tensione, calibrando i dettagli mostrati e conferendo un ritmo avvincente alle varie sequenze. Ottimo il Cast, d'impatto il Sonoro (nelle Musiche e nei Rumori) e magnifica la Messa in Scena di Craven, molto scarna e sporca ma non veramente 'acerba'. È interessante notare, poi, come gran parte della Brutalità della Pellicola si poggi non solo sulla Violenza esplicita ma anche su quella implicita, suggerita.
Interessanti gli Spunti di Riflessione, dalla Lotta per la Sopravvivenza mostrata in tutta la sua Crudeltà ai parallelismo tra la famiglia "civile" e quella cannibale, entrambe sostanzialmente patriarcali.
Insomma, un Classico del Cinema crudo 70iniano, oltre che uno dei più Grandi Cult di Wes Craven.
Togni Aronne
☆☆☆☆☆
Cortometraggio settimanale
"Homecoming"
(Masters of Horror s01e06)
[Candidato maledetto]
di Joe Dante, 2005
Sicuramente uno degli Episodi Migliori di MoH, nonché uno dei più Radicali Discorsi (Artistici) contro la guerra in quanto tale: la guerra è merda, e gli eserciti andrebbero aboliti perché cancerogeni come la mafia! Si mostra come i soldati vengano manipolati dai potenti, e su questo pure son d'accordo: inoltre, sono i soldati morti (che, quindi, subiscono in primissima persona l'Orrore della guerra) a ribellarsi contro di essa, mentre quelli 'vivi', se non ricordo male, nel film non dicono nulla, e quindi si lascia intendere (o, almeno, io ho inteso così) che molti soldati, se non subiscono in prima persona la morte, continuino a credere che la guerra in realtà è un gioco 'figo' ed eroico, quando in realtà è una strage legalizzata compiuta per compiacere gli interessi economici di multinazionali e politici corrotti (ma perfettamente in linea con la natura degli stati occidentali capitalisti).
Togni Aronne
☆☆☆☆
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