CONSIGLI SETTIMANALI #2: 1-7 Luglio 2019



Si va avanti ancora con la "rinata" rubrica dei Consigli: come già detto nelle scorse settimane, i titoli scelti non si fermano esclusivamente alle visioni settimanali del recensore ma contano anche consigli (o sconsigli) dispersi nel tempo. Con apprensione quindi vi auguriamo una buona lettura.




"Heavy Metal"
di Gerald Potterton + AA.VV, 1981

Ispirato ad una rivista cult di fumetti (di origine, mi pare, francese), "Heavy Metal" si colloca in quel filone più adulto dell'Anomazione, giocando, come faceva Bakshi, con Generi come la Fantascienza e il Fantasy, contaminandoli con l'Horror e l'Erotismo (ma c'è spazio anche per il Noir). 
Realizzato tramite la tecnica del rotoscope, il Film tradisce in certe animazioni una "sgradevolezza" tipica delle produzioni più o meno indipendenti del periodo (quelle senza i fondi della disney, per intenderci). Comunque, la Visionarietà delle Ambientazioni, del Design dei personaggi e delle creature, delle Idee narrative ai limiti della Follia, unita alle Musiche (giustamente) "metallose", rendono facilmente comprensibile il Culto guadagnatosi dall'Opera. Tra Demenza ed Epica, Passione e Crudeltà, Violenza e Fantasia, non mancano possibili spunti di Riflessione su Temi come la guerra, la Morte o addirittura il Sessismo. 
Un Gioiellino che merita di essere visto e rivisto.
Togni Aronne
☆☆☆☆




"Wizards"
di Ralph Bakshi, 1977

Primo fantasy di Bakshi, questo "Wizard" è una parabola mitologica e postapocalittica, ricolma di richiami al Folklore e agli orrori della Storia. Si notano diverse debolezze, tra passaggi narrativi frettolosi, amalgama non propriamente riuscita tra momenti cupi-seri e distensioni ironiche, tra anima adulta e vocazione "per ragazzi", e a volte le espressioni animate non convincono. Però la Fantasia visiva e sonora generale è decisamente vasta, i messaggi sociali in certi punti sono complessi e gli Squarci di Post-Apocalisse (con rimandi "orrorifici" al nazismo) spalancano le porte all'Immaginazione.
Ci sta il Cult: spero di rivederlo presto. Musiche magnifiche!
Togni Aronne
☆☆☆☆




"Dead Man"
di Jim Jarmusch, 1995

Un Western dolentissimo che piega i codici del Genere ad un approccio da "road movie esistenziale", focalizzando l'attenzione soprattutto sull'Incontro tra Culture differenti: l'est degli usa si ritrova nella rudezza dell'West, l'occidentale caucasico affronta lo Spirito dei Nativi, e così via. Fondamentale, come sarà anche in "Only Lovers Left Alive" (e probabilmente in tutto il Cinema di Jarmusch) il rapporto con la Letteratura, qua "incarnata" da William Blake. 
Non mancano sipari (auto)ironici, tra i quali spicca il cameo da travestito di Iggy Pop, ma la Melanconia permea l'Opera, affrontando perennemente il Tema della Morte e della preparazione individuale al suo avvento. 
Il Bianco & Nero, quasi "blasfemo" per un Western, fotografa stupendamente l'Atmosfera amara della Pellicola, come anche le Musiche di Neil Young, mentre il Cast regala interpretazioni di altissimo livello. 
Forte un Capolavoro, sicuramente un Film che rivedrò, spero presto.
Togni Aronne
☆☆☆☆☆




"Armageddon"
di Michael Bay, 1998

Un film catastrofico non solo come genere ma anche come risultato. Il cast si divide in megastar scarse e grandi attori molto poco motivati, con qualche eccezione divertita (ma poco divertente); gli effetti si mangiano tutto, il montaggio è incasinato, la fotografia è assai patinata, la sceneggiatura è imbecille e la regia di Bay dà al film l'aspetto di uno spot, ma di 2 ore e ½, ma il tutto è peggiorato da una retorica vomitevole e a tratti iper-reazionaria. Uno schifo malamente nascosto dal budget spropositato, come praticamente tutta la filmografia di quel coglione che poi farà quelle merde di "Transformers", e la cui estetica purtroppo contaminerà quasi tutto il cinema mainstream contemporaneo, grazie anche al disarmante apprezzamento raggiunto dal pubblico di massa (e di merda).
Togni Aronne




"No Country for Old Men"
[Non è un paese per vecchi]
di Joel & Ethan Coen, 2007

Spiazzante a dir poco. I Coen realizzano un Film indubbiamente Contemporaneo riprendendo però gli stilemi visivi e narrativi del Cinema a cavallo tra i '70 e gli 80 (la vicenda è ambientata nel 1980) in chiave. Il risultato è un non-Thriller Tragico e Corale sull'insensatezza e l'assurdità della Violenza che porta avanti l'analisi di essa presente già nei vari "Fargo" (e anche qui ritroviamo una valigetta ricolma di denaro), "The Man Who Wasn't There" (per il tono scuro della fotografia) e anche "The Big Lebowski" (con cui condivide un protagonista, qui interpretato da Brolin, che si ritrova invischiato in un affare troppo grosso e pericoloso per lui). Jones rende magnificamente la melanconia di uno sceriffo, ma prima ancora di un anziano che non riesce a comprendere l'assurdità dei crimini che deve affrontare, ma è Bardem che resta impresso nella memoria nel ruolo di uno psicopatico allucinante e anti-empatico, eppure anch'egli circondato da un'aria dolente. 
Forse un Capolavoro...
Togni Aronne
☆☆☆☆☆




"At the Devil's Door"
"Home" (tit. or.)
[Oltre il male]
di Nicholas McCarthy, 2014

Horror indipendente riguardante l'Anticristo. 
Il film è innegabilmente poco innovativo, tra rimandi a Classici come "The Omen" e "Rosemary's Baby" (ma una scena, nel sonoro, mi ha ricordato "L'Aldilà" di Fulci) e aderenza allo spirito "indie" con la sua (apparente?) spocchia. Non posso negare di aver trovato la prima parte un tantino noiosetta e insipida, e sicuramente non ho apprezzato quei facili jumpscares piazzati qua e là, come neanche la scelta di mostrare la "faccia brutta" del demone. 
Però, nonostante la forte difettosità di fondo (in cui aggiungerei anche la scarsa capacità di rendere empatici i personaggi), il film dimostra di essere stato costruito in modo indipendente eabbastanza personale, mentre la scelta di tenere il tutto avvolto nel Mistero e di non mostrare troppo il Diavolo è ottima. Intrigante il finale, per quanto intuibile. 
Niente di imperdibile, ma a suo modo interessante: potrei rivederlo.
Togni Aronne
☆☆☆




"Suspiria"
di Dario Argento, 1977

Argento spreme fino al midollo le potenzialità di ogni singolo aspetto cinematografico: dalle scenografie, adattate all'intento di richiamare le paure infantili, alla fotografia di Tovoli, con inquadrature studiatissime, movimenti di macchina arditi, colori fortemente accentuati, profondità di campo aumentata, immagini distorte grazie anche all'uso di lenti anamorfiche e grandangoli e così via. Le Musiche dei Goblin, curate anche da Argento, martellano sul timpano dell'individuo spettatore e si fondono col resto del sonoro.
Uno dei più Grandi Capolavori del Cinema di Dario Argento, ma anche una Pietra Miliare dell'Horror, non solo italiano: per questo è più apprezzato (e conosciuto) all'estero che in Italia, a causa forse di una scarsa capacità, sia del pubblico di massa sia della critica giornalistica e dizionaresca, di apprezzare il Cinema come Arte.
Togni Aronne
☆☆☆☆☆



Cortometraggio settimanale


"Tiger Boy"
di Gabriele Mainetti, 2012

Interessante corto di Mainetti, per certi versi anticipatore di "Lo chiamavano Jeeg Robot": c'è il Tema della Violenza sessuale, il Tema della Riscossa tramite l'ispirazione suscitata da un Mito, ci sono pure evidenti riferimenti all'Animazione giapponese. Ma soprattucco c'è l'attenzione, la familiarità con la Roma popolare/sottoproletaria. 
Non ci troviamo di fronte ad un'autentica "Rivoluzione Artistica" nel Cinema italiano, ma comunque anche questo Corto convince e conquista l'Individuo Spettatore facendo "perdonare" assai facilmente alcune retoricate di troppo. 
Visione consigliata, quindi. 
Togni Aronne
☆☆☆☆

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